Inhumans 1x03 "Divide and Conquer": la recensione

La recensione del terzo episodio di Inhumans, intitolato Divide and Conquer

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Spoiler Alert
Divide ma non conquista il terzo episodio di Inhumans. L'impatto con la doppia première è stato abbastanza traumatico, ma anche condizionato nel bene o nel male da tutti i pareri precedenti alla trasmissione. D'ora in poi ci addentriamo in un territorio oscuro, nel quale potrebbe accadere di tutto, perfino che la serie riesca a riscattarsi. L'eventuale appuntamento in tal senso è rimandato al futuro, dato che Divide and Conquer non fa nulla per emanciparsi dalle critiche ai primi due episodi. Ne ripete errori di scrittura e di costruzione dei personaggi, muovendosi su linee narrative abbastanza prevedibili.

Le storie proseguono in modo stanco lungo direttrici prevedibili, tanto che nessuna svolta può mai essere definita davvero tale. I membri della famiglia reale continuano ad essere divisi, e almeno per questo episodio ogni riavvicinamento è rimandato. L'episodio si limita quindi a consolidare uno stato delle cose già introdotto la scorsa settimana, senza scombinare troppo le carte. Naturalmente ad ognuno di loro dovrà accadere qualcosa, ed ecco quindi che seguiamo Black Bolt condotto in fretta in una prigione.

Un certo Evan Declan assiste ad una ripresa – con tanto di cambio di inquadrature e montaggio – dei danni combinati dal sovrano, e decide di intervenire, infine portando via Black Bolt dal luogo in cui si trova. È tutto troppo veloce, troppo già visto, poco interessante. L'elemento di rottura è rappresentato dal primo incontro del re con un Inumano terrestre. Si tratta di quelle persone che ha deciso, pur agendo per il meglio, di aiutare senza uscire allo scoperto. Qui l'impatto con la repressione delle proprie facoltà dovrebbe far scattare qualcosa, ma non ci siamo.

E non ci siamo nemmeno per quanto riguarda le altre storie. Karnak viene fatto prigioniero da un gruppo di trafficanti. Anche qui è tutto un po' di grana grossa e i dialoghi sono banali, però c'è l'idea di inserire un conflitto interiore al personaggio, che ha perso l'utilizzo dei suoi poteri in seguito alla caduta. È ancora una volta tutto molto casuale e strumentale, ma almeno si ragiona su ciò che i protagonisti devono riconquistare. Cosa che non accade per Medusa e Gorgon, che qui raggiungono vette di antipatia importanti. Non riusciamo a stare dalla loro parte e la vicenda di Gorgon e dei compagni-soldati che, per qualche motivo, decidono di stare dalla sua parte raggiunge alte vette d'improbabilità.

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