Infinity Wars 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Infinity Wars, di Gerry Duggan e Mike Deodato Jr.
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Peter Quill, Natasha Romanoff, Stephen Strange, il Super-Skull, Carol Danvers e Turk Barrett: questi i nomi dei possessori delle Gemme dell'Infinito. Come siano entrati in possesso dei tanto bramati artefatti cosmici e le sfide che hanno dovuto affrontare lo abbiamo appresso leggendo le storie più recenti dei Guardiani della Galassia e la miniserie Infinity Countdown, entrambe scritte da Gerry Duggan. L'ex scrittore di Deadpool è stato abile nello schierare sullo scacchiere spaziale Marvel i protagonisti del nuovo megaevento Infinity Wars, che da qualche giorno ha finalmente ha esordito in Italia.
La scena è catturata da Loki, Doctor Strange, Adam Warlock e Thanos, rimasti in secondo piano nel corso di Infinity Countdown. Mentre il Dio degli Inganni è alle prese con una strana sensazione che accompagna i suoi ricordi, Warlock fa visita allo Stregone Supremo nel suo santuario per aiutarlo nell’esplorazione del Mondo dell’Anima; tra i due si palesa però una certa ritrosia nel fidarsi l'uno dell'altro e da ciò cogliamo quanto i possessori delle Gemme nutrano una reciproca diffidenza. L’escalation di situazioni pericolose generate da questo corto circuito raggiunge l'apice nel finale della storia: un colpo di scena mozzafiato.
Rispetto ai toni spesso scanzonati di All-New Guardians of the Galaxy e - in parte - di Infinity Countdown, in Infinity Wars non ci sono attimi di tregua per smorzare la tensione: tutto si muove lungo una linea sottile, con la sensazione costante che la sopravvivenza sia legata a troppe variabili fuori controllo. In tal senso, i disegni di Mike Deodato Jr. e le colorazioni di Frank Martin riescono a rendere nel migliore dei modi l'atmosfera claustrofobica e carica di tensione di queste prime battute.
Non nuovo a tali suggestioni (come ben sanno i lettori di Thanos e Original Sin), il disegnatore brasiliano imprime alle tavole strutture originali, dove cui la scena viene spesso decostruita con l'ausilio di piccole vignette a mosaico: una scelta peculiare e funzionale al rallentamento del tempo di lettura. L'esordio italiano di Infinity Wars è dunque più che buono, adatto per introdurre il lettore a un percorso spiazzante e accattivante al tempo stesso.
Dopo la superlativa run firmata da Dan Slott e Mike Allred, con questo albo possiamo inoltre leggere una nuova storia dedicata a Silver Surfer: per l’occasione, Sacks torna indietro nel tempo per approfondire alcuni aspetti della vita di Norrin Radd. In particolare, scopriamo come un personaggio così propenso al sacrificio possa aver passato anni a scovare nuovi mondi da dare in pasto a Galactus.
Il racconto, incentrato su emozioni contrastanti e in generale sulla psicologia del personaggio, è certamente una lettura piacevole e caratterizzata da una certa intensità; quello che però la rende un'esperienza particolarmente affascinante è l'arte del disegnatore portoghese, bravo a declinare con gusto contemporaneo la lezione del grande Jean “Moebius” Giraud.