Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai, la recensione
Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai è purtroppo un titolo solamente sufficiente, fuori tempo massimo e poco convincente
Per quelli come me nati negli anni Novanta, c'è sicuramente un cassetto dei ricordi dedicato al cartone I Cavalieri del Drago. Basato sul manga Dai: La Grande Avventura, si trattava di una delle opere (insieme a L'Emblema di Roto) che volevano portare il mondo di Dragon Quest in altri media. E ai tempi ci riuscì, ritagliandosi anche una nutrita fetta di appassionati. Per anni però le avventure di Dai rimasero solo un ricordo, almeno fino alle celebrazioni per il trentesimo anniversario.
Disponibile per tutte le piattaforme, Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai ci mette nei panni degli studenti di Avan mentre cercano di impedire la conquista del mondo da parte del Re del Male.
Infinity Strash, ma è solo l'inizio
Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai ripercorre la prima metà dell'opera originale, sfruttando come escamotage il recupero dei ricordi di Dai. Si parte quindi dall'isola dei mostri, passando per i numerosi scontri con Hadler, Crocodine e gli altri guardiani dell'oscurità. Kai Graphics ha però optato per qualcosa di particolare. La modalità storia del gioco è per lo più composta da sequenze di filmati realizzate da frame dell'anime. Sono ben poche le scene realizzate con il motore di gioco, e ancora meno i momenti in cui si gioca effettivamente durante la trama principale. Inchiodare il giocatore per venti minuti di storia è qualcosa che puoi permetterti se non ti limiti a dei semplici fermo immagine, soprattutto dato che il target del titolo è comunque una fan base che già conosce gli eventi.
Se a questo aggiungiamo che Infinity Strash non è disponibile nella nostra lingua, la situazione diventa ancora più complicata. Fortunatamente, il gioco può contare sui doppiatori dell'anime, sebbene siano veramente pochi i personaggi a ritagliarsi uno spazio concreto nel gameplay di gioco.
E quando si gioca?
Quando i filmati lasciano spazio al gameplay, Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai ci prova, proponendo scontri con boss e con orde di mostri presi ovviamente dall'immaginario di Dragon Quest. Lo scopo è ovviamente azzerare la vita dell'avversario, utilizzando le mosse speciali di Dai e soci. I nemici più imponenti hanno un sacco di vita, e dovrete fare affidamento su tutto l'equipaggiamento per non ritrovarvi presto a terra sconfitti. Dopo aver sbloccato gli altri componenti del party, potrete cambiare personaggio in qualsiasi momento, cercando di accumulare più danni possibili per spezzare le difese avversarie e proseguire nella storia.
Purtroppo, l'IA del party non è delle più sveglie. Se è vero che ci cureranno e potenzieranno quando possibile, si dimenticheranno anche di schivare colpi mortali. Ci troveremo spesso quindi a perdere il vantaggio numerico, e verso la seconda metà di gioco saremo costretti al farming per poter competere coi boss. Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai basa le sue fondamenta sulle statistiche del party che, crescendo, subirà meno danni. È un'altra volta una scelta pigra, soprattutto se paragonata all'ecosistema di debolezze e resistenze dell'universo di Dragon Quest.
I numeri non fanno il genere
In apertura di recensione, potreste aver notato le virgolette attorno a "gioco di ruolo". Le ho messe consciamente perché, nonostante la stessa Square Enix lo definisca così, ci sono ben pochi aspetti che possono rendere Infinity Strash un vero e proprio GDR. Certo, c'è un party, delle magie sbloccabili coi livelli e delle statistiche, ma tutta la storia è divisa in grandi stage spesso spogli, non ci sono veri e propri dungeon e i nemici si ripetono ciclicamente rivivendo le gesta dell'anime e del manga. Inoltre, come evidenziato nel paragrafo precedente, Kai Graphics ha scelto di raccontare gli eventi con lunghissimi filmati. E in proporzione ci sono ben poche sequenze realizzate col motore grafico del titolo rispetto ai suddetti filmati con frame dell'anime.
Non bastano i numerini nel conteggio danni per rendere tutto un GDR. Pad alla mano quest'avventura di Dai è più affacciata sul genere dei giochi d'azione con componenti ruolistiche, al massimo. Basta poi provare la seconda modalità principale, Temple of Recollection, per averne un'ulteriore conferma.
Si tratta di una modalità rogue-lite dove, dopo aver scelto i membri del party, dovremo affrontare una sequenza di stanze generate proceduralmente, con tanto di boss ogni tot piani, ripartendo sempre dal livello 1 con tutti i nostri eroi. Dopo ogni boss potremo scegliere se proseguire o uscire, ottenendo in questo caso nuovi e inediti equipaggiamenti per migliorare le nostre performance nella storia principale.
Incredibilmente, si tratta della modalità più divertente del gioco. Grazie alla sua (quantomeno iniziale) varietà, Temple of Recollection è il posto in cui spenderete più ore. Qui potrete non solo riaffrontare alcuni boss, ma sfruttare il bottino per migliorare tutti gli incantesimi del party. Purtroppo, come detto già qualche paragrafo più su, a un certo punto diventerà quasi obbligatorio farmare materiali e livelli. Questo ci permetterà quantomeno di evitare tediosi scontri coi guerrieri più forti, rendendo il party più adatto alle nobili imprese.
Infinity Strash: DRAGON QUEST The Adventure of Dai è purtroppo un titolo solamente sufficiente, fuori tempo massimo e poco convincente persino per i fan dell'opera originale. Buona la modalità rogue lite, ma la scarsa quantità di nemici potrebbe presto rendere tedioso questo farming forzato. Speriamo che, nel caso dovesse essere messo in cantiere un sequel o un altro gioco dedicato a Dai e ai suoi amici, si faccia tesoro delle critiche e si proponga al pubblico qualcosa di migliore.