Indagine su una storia d'amore, la recensione

La nostra recensione di Indagine su una storia d'amore, film diretto da Gianluca Maria Tavarelli e presentato al Torino Film Festival 2023

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La nostra recensione di Indagine su una storia d'amore, presentato al Torino Film Festival 2023

Indagine su una storia d'amore inizia con una voice over che parla di due stelle molto particolari, esplicito rimando alla coppia al centro della storia. Intenti serissimi che cozzano col contenuto delle vicende. Il film ha come protagonisti Paolo e Lucia, attori in difficoltà sul piano professionale e privato. Decidono così di apparire in un programma televisivo, dal titolo "Scheletri nell'armadio" dove raccontano separatamente la loro relazione, ognuno con la propria versione dei fatti. Mentre guardano insieme la trasmissione, emergono divergenze e punti pochi chiari, tra tradimenti, brutte figure e non detti, che non fanno altro che metterli ancora più in crisi.

A monte del film c'è dunque un cortocircuito: Paolo e Lucia si credono e si autodefiniscono grandi attori di teatro superiori agli altri, disprezzando un contesto che premia influencer e web star. Ma poi inevitabilmente finiscono per cedere alle lusinghe dei social e dei programmi spazzatura, che gli appaiono come l'unico mezzo per raggiungere oggi la celebrità. I loro interpreti (Alessio Vassallo e Barbara Giordano) sono volutamente meccanici e poco in parte, in una presenza in scena che stride con le parole altisonanti che pronunciano i loro personaggi. Quello che emerge è dunque una forte ironia verso di loro, che non hanno remore a mettersi in ridicolo in nome dell'audience, verso il pubblico che li riconosce solo grazie al programma, verso il panorama stesso che li circonda, ormai dominato dal trash. Ma Indagine su una storia d'amore è anche il tipico caso di operazione che si rivela molto vicina allo stesso quadro che rappresenta con grande disprezzo. Il regista e sceneggiatore Gianluca Maria Tavarelli guarda infatti i protagonisti dall'alto con moralismo, con l'obiettivo di ridere di loro e allo stesso tempo far passare una discorso molto forte, che in verità non va oltre il primo livello di lettura.

Muovendosi su diversi piani temporali, il film vuole essere, appunto, un'indagine, ma a proposito dell'amore è un semplice e tipico susseguirsi di litigi e riappacificazioni che non entusiasmano mai né offrono un punto di vista inedito sull'argomento. Anche nel ritratto del mondo dello spettacolo, Tavarelli azzecca alcune scene (quella della fila di attori che vanno a Messa quando scoprono che un importante regista è molto religioso) ma poi affonda il coltello soprattutto nel contesto televisivo e meno nella dimensione dei social, oggi sicuramente più pregnante. E poi riserva una netta divisione delle forze in campo: Lucia è quella che spinge l'altro a partecipare al programma, ma poi emerge come la vittima della coppia. Paolo invece è chiaramente la fonte della crisi, tra i mille tradimenti e certi atteggiamenti indifendibili. La storia così propone una classica parabola di presa di coscienza di lei e di condanna di lui, verso un finale che si appiattisce su toni melodrammatici molto consolatori.

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