Inception - La recensione

Una squadra deve infiltrarsi nei sogni di un'industriale per cambiare le sorti del mercato, mentre il capo deve risolvere i suoi problemi familiari. Il film più pompato del 2010 si rivela un bluff enorme, grazie a una sceneggiatura risibile e a una generale mancanza di idee originali...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloInceptionRegiaChristopher NolanCastLeonardo DiCaprio, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Michael Caine, Tom Hardy, Ken Watanabe, Cillian Murphyuscita24-09-2010La scheda del film

Prima di iniziare, due avvertenze importanti. Il film è stato visto sullo schermo Imax di Londra, "the largest screen in Britain", come affermano modestamente. Ovviamente, modo diverso e appassionante di assistere a una pellicola del genere, che nelle scene d'azione risulta quasi sconvolgente (anche se c'è il rischio di perdersi qualcosa, tanto ampia è la superficie dello schermo, se non si sta in una delle ultime file), ma che è ben distante dalla maniera in cui il pubblico italiano potrà fruire il film.
I difetti della sceneggiatura del film verranno analizzati dettagliatamente quando la pellicola sarà nelle sale e sarà possibile per tutti vederla, farlo ora sarebbe ovviamente spoileroso...


Chi ci segue da un po', sa bene che considero da tempo Christopher Nolan un regista fondamentale nel panorama cinematografico moderno. Magari non c'è grande bisogno di spiegare le ragioni, ma per chi se lo fosse perso, consiglio la lettura di questo articolo. Certo, devo ammettere che i suoi due precedenti lavori, The Prestige e Il cavaliere oscuro, mi avevano lasciato delle perplessità, nonostante li avessi apprezzati. Infatti, mi sembrava che ci fosse un eccesso di serietà e una cerebralità eccessiva per non rischiare di rendere tutto un gioco intellettuale un po' troppo freddo.

Inception sarà sicuramente un film idolatrato da molti e ne capisco le ragioni, alcune anche condivisibili. Ma spiace proprio dirlo, not in my name. Non sono solo deluso di aver visto un film che speravo decisamente più bello (come magari capitato in parte con i due titoli citati sopra), ma arrabbiato di aver visto un film che ritengo particolarmente brutto, un evento che con Nolan non mi era mai capitato.

Certo, ci sono delle cose da salvare e anche di non poco conto. Penso al fatto che quando Nolan si lascia andare visivamente senza freni (magari con un 'veicolo' che normalmente non vediamo sulla strada, con un'esplosione dettagliatissima e con DiCaprio in acqua, tutto enfatizzato dal poderoso Imax del "Largest screen in Britain") i risultati sono ottimi. Unica critica in questo senso: arrivati in sala, abbiamo praticamente già visto tutte le cose migliori in trailer e clip.

Inoltre, credo che Marion Cotillard dimostri ancora una volta di essere un'attrice fantastica, tanto da riuscire a dare anima e forza a un personaggio mal scritto e che poteva facilmente risultare insopportabile. In generale, è bello vedere che si possono investire budget colossali su un progetto originale (nel senso che non è tratto da qualche romanzo/fumetto/serie perfetta per lanciare un franchise), senza poter pensare troppo a ripagarsi i costi con il merchandising. Ma l'ammirazione per la libertà che è riuscito a ottenere Nolan non basta purtroppo per soddisfarmi.

E' difficile concentrarsi su un unico aspetto del film, visto che i problemi sono tanti. Iniziamo da quello che emerge immediatamente: Inception è un film sui sogni? In teoria, nelle intenzioni dell'autore, assolutamente si. Nella pratica, sembra che Nolan non si sia lasciato trasportare dai sogni e abbia voluto calcolare eccessivamente un prodotto che non poteva essere realizzato in maniera razionale, con il risultato di non suscitare veramente le emozioni forti (paura, eccitazione, odio e amore) che sono tipiche dei sogni. Non è semplice capire se dietro a certe scelte ci siano state pressioni produttive (magari per la preoccupazione di investire quasi 200 milioni di dollari in una storia complicata) o se anche queste decisioni siano totalmente una responsabilità di Nolan.

Resta il fatto che non si può vedere una pellicola in cui ogni 5-10 minuti i protagonisti si fermano per spiegarci tutto quello che è avvenuto in precedenza. Mi sta bene se all'inizio ci viene chiarito come funziona tutto, ma che questo avvenga ancora dopo un'ora risulta insopportabile. Se già una regola d'oro del cinema è mostrare e non descrivere a parole, vale doppio quando si tratta di un film sui sogni. Pensate se Luis Bunuel, ne L'angelo sterminatore o ne Il fascino discreto della borghesia, si fosse messo a spiegare quello che significavano le scene che vedevamo sullo schermo. Optare per questa strada significherebbe non dare fiducia allo spettatore e considerarlo incapace di vedere una pellicola complessa.

Un esempio perfetto di questo discorso viene mostrato a circa metà film. Senza rivelare troppo, si tratta di una città ideale costruita nel mondo dei sogni e che ha richiesto decine di anni di 'lavoro'. Bene, si stenta a credere che un regista intelligente e preparato come Nolan abbia una visione cosi povera e insulsa. Sarebbe semplice far notare che un realizzatore come Terry Gilliam ha tirato fuori paesaggi più visionari con budget infinitamente minori. Ma qui non solo siamo ben lontani da certi livelli, ma di fronte a uno di tanti esempi che fanno provare poco interesse e coinvolgimento emotivo verso questo film.

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Si dirà, ma almeno è un film intelligente e coraggioso. Ma lo è veramente? A mio avviso proprio no. Se penso a una pellicola come Matrix, peraltro in grado di creare un mondo decisamente più coerente (cosa che in Inception proprio non avviene, considerando che le regole cambiano in continuazione, spesso come soluzioni comode a problemi di sceneggiatura), non c'è paragone. Qui non abbiamo nessun concetto forte e non si sente nessun legame con la realtà, neanche il tentativo di andare oltre una trama praticamente senza sorprese e che si conclude in maniera tutto sommato prevedibile. Senza dimenticare, particolare importante, le quasi due ore e mezzo di durata, interminabili ed eccessive.

Un altro film utilizzato come fonte di ispirazione (diciamo così) è Strange Days. In effetti, la coppia di protagonisti è fin troppo simile al duo Ralph Fiennes-Juliette Lewis di quella pellicola, anche per il modo in cui i ricordi vengono utilizzati per non affrontare il presente. Il problema è che, creando un personaggio femminile così odioso, si rendono insopportabili e poco credibili sia lei che il ruolo di DiCaprio.

Per quanto riguarda la presunta 'intelligenza', la cosa più impressionante è constatare come la trama, ben nascosta dietro un apparato visivo imponente, riveli semplicemente un thriller banale e piatto, pieno di voragini di sceneggiatura impressionanti. E come avveniva in parte nella seconda metà de Il cavaliere oscuro, anche qui (ma in misura ben superiore) dei piani apparentemente geniali e perfetti si rivelano assurdamente complicati e traballanti. Cercando di non essere spoilerosi, tanti fatti che avvengono non hanno senso. Uno per tutti, il grande inception che devono eseguire (a cominciare dalle cose imbecilli che avvengono in aereo), che in realtà non si capisce proprio come dovrebbe funzionare visto come viene sviluppato. Stesso discorso per la situazione legale e familiare del protagonista, che francamente non sta in piedi neanche per dieci secondi.

Ma qui c'è un problema che va anche oltre i limiti di sceneggiatura, ossia la sconvolgente freddezza di Nolan nel descrivere i suoi personaggi. Prendiamo proprio il protagonista, che dovrebbe avere motivazioni fortissime a livello emotivo, che però il regista ci mostra in maniera troppo distaccata (fermo restando che la soluzione adottata non si regge minimamente in piedi) e con una freddezza che rende praticamente impossibile provare un'empatia. D'altronde, almeno all'inizio ci sarebbe stato bisogno di mostrare un po' di sentimenti in più, ma Nolan sembra quasi vergognarsi a indulgere in questo tipo di scene, quando invece sarebbero fondamentali per dare il giusto tono alla pellicola. Così, non sorprende che tutte le relazioni tra il protagonista e gli altri (la Cotillard, i figli, Michael Caine, Ellen Page) risultino poco credibili.

Inoltre, l'eccesso di serietà del regista è talmente forte da risultare eccessivo. Nolan è chiaramente convinto di realizzare un film che cambierà la storia del cinema, ma la sua mancanza di (auto)ironia è estremamente pericolosa. Certo, è anche vero che se le risate devono provenire dalla grandezza di un'arma (scena che fa rimpiangere i peggiori film con Van Damme e decisamente fuori posto), forse è meglio farne a meno.

Ma come detto, se escludiamo il personaggio della Cotillard (molto più per meriti dell'attrice che dei realizzatori), gli altri comprimari risultano monodimensionali e abbastanza insulsi, decisamente un difetto sorprendente considerando la lunghezza della pellicola e le tante possibilità di approfondirne i protagonisti. Un discorso a parte merita Ellen Page, perché il suo inserimento nella squadra non convince, sia perché sembra una ragazzina in un mondo di adulti, sia perché il suo valore non sembra cosi evidente.

Due aspetti tecnici chiariscono bene i problemi. Le musiche di Hans Zimmer sono a volume altissimo e pretenziose, come se dovessero mascherare la mancanza di emozioni di storia e personaggi. Si tratta di un problema comune nella Hollywood moderna, ma che ovviamente non ci si aspetterebbe da un regista come Nolan. E che dire del montaggio? E' strano che un classicista legato alla tradizione (a scanso di equivoci, è un complimento) come Nolan opti per dei tagli così bruschi e che talvolta rovinano scene importanti (mi riferisco soprattutto a una sequenza fondamentale con la Cotillard). Inoltre, piange il cuore a vedere set cosi spettacolari e magnifici non sempre sfruttati a dovere (so per certo che è il caso della sequenza con DiCaprio e Murphy al bancone).

Per concludere, Inception è il tipo di film sbagliato che avrebbe potuto far bene, magari per cambiare direzione, alla famiglia Nolan soltanto in caso di flop, un'eventualità che ormai sembra impossibile. Almeno, speriamo che fin dal prossimo Batman 3 si corregga la rotta. Magari spostando la propria bussola dal cervello al cuore...

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