Improvvisamente Natale, la recensione
Film commission cinema al livello più alto, puro pretesto per inquadrare valli in cui attori svogliati recitano da seduti copioni da fiction
La recensione di Improvvisamente Natale, il film disponsibile su Prime dal 1 dicembre
La storia è infatti quella di mille fiction: una famiglia con bambina va a trovare d’estate il nonno proprietario di hotel in zona montana, padre e madre sono in crisi, la bambina desidera che sia Natale per poterlo passare uniti e il nonno decide di fingere che sia Natale, organizzando addobbi e cenone nonostante tutto. Saranno coinvolti il concierge, cognati e parenti per far rientrare un cast di comprimari da Paolo Hendel aNino Frassica, fino a Anna Galiena e Gloria Guida. Ognuno con la sua piccola bega familiare. Praticamente il format di Io che amo solo te, spostato in montagna premendo ancora di più l’acceleratore sulla provincia.
Non è tanto una questione di risultati (pessimi) ma proprio di impostazione. Qui l’obiettivo non è mai fare un buon film, raccontare una buona storia o dire qualcosa, ma massaggiare lo spettatore con una serie di linee narrative una più nota dell’altra, una meno impegnativa dell’altra, una più usuale, vista mille volte e abusata dell’altra. Su tutte però, va ammesso, una menzione speciale la merita quella dei bambini che organizzano sagaci trucchi e trabocchetti per spaventare possibili acquirenti asiatici dell’hotel. Un momento che associa benissimo la scrittura e direzione svogliata che caratterizzano il film alla grande tradizione dei pessimi bambini attori italiani.