Improvvisamente a Natale mi sposo, la recensione
Privo di uno spunto reale, determinato a mettere insieme keyword e calcato su Guareschi, Improvvisamente a Natale mi sposo è già un classico
La recensione di Improvvisamente a Natale mi sposo, la commedia natalizia in sala dal 7 dicembre
La nuova aggiunta è Carol Alt, la nuova possibile moglie del nonno Abatantuono. Lei entra in scena in una cena nella quale dimostra di conoscere i suoi nuovi familiari, facendo a noi il pitch dei loro caratteri, cioè raccontandoceli come fossimo dei produttori che devono decidere se finanziare o no il film. Ed è una delle parti migliori di tutto Improvvisamente a Natale mi sposo! Perché a differenza del Mago Forest e di Violante Placido, Carol Alt si impegna tantissimo, ci mette energia e una voglia di fare che di solito non albergano in questi film. Diego Abatantuono invece come sempre gioca in un altro campionato quanto a dinamismo, stavolta addirittura dimostrato da un numero estremamente limitato di scene in piedi (9 circa). Quando compare è quasi sempre seduto (a un tavolino spesso, o a una poltrona o su un letto o una panca) e pronuncia battute più che recitare.
Che Don Camillo e Peppone costituiscano la matrice di molti di questi film, fatti di facili opposizioni che si risolvono sempre in una sostanziale identità (nazionale) non è una novità, ma Improvvisamente a Natale mi sposo lo mette particolarmente in evidenza. Un altro nuovo personaggio è infatti il sindaco progressista (interpretato da Elio), attento al politicamente corretto, all’ambientalismo e a tutto quello che c’è di moderno. E per questo ridicolo. Come moderno in fondo era l’arrivo del comunismo nell’Italia degli anni ‘50. È qualcosa che ovviamente minaccia e si oppone al parroco (Nino Frassica) ma soprattutto ai giovani, dei quali il sindaco sembra non curarsi, perché (e questo lo dice il film!) sembra prendere di mira tutto quello che a loro sta più a cuore, nell’ordine: la tombola, l’albero di Natale in piazza, le luminarie e soprattutto il presepe vivente, da sempre un cardine della cultura giovanile.