Imperium vol. 3: L'Imperativo della Vigna, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo volume di Imperium, scritto da Joshua Dysart, disegnato da Cafu e Juan José Ryp
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Da quando Spirito Nascente ha deciso di mostrare il suo vero volto, Harada ha convertito la super-portaerei statunitense Bush nella sua base; successivamente, sottraendo alla Somalia un pezzo del suo territorio nazionale, ha fondato il suo stato: la Zona della Fondazione. Dopo aver incrociato il suo destino con quello di Divinity e aver saggiato i propri limiti, lo psiota è deciso a offrire l’ennesima dimostrazione di quanto siano seri i suoi piani: con un attacco simultaneo ha infatti colpito Arabia Saudita, Russia e Congo smascherando così il profitto che accompagna la guerra e corrompe le principali potenze militari ed economiche del pianeta.
L’Imperativo della Vigna è un arco narrativo costruito in maniera decisamente più lineare rispetto al precedente, ma non per questo non all'altezza di quanto espresso dalla serie finora. Le chiavi di lettura di questo successo sono molteplici: nel primo capitolo affascina la lucida denuncia di Dysart alla triade politica - guerra - profitto, ad aumentare il tasso di realismo che da sempre accompagna le pubblicazioni Valiant; la sezione centrale gioca sull’alternanza presente/passato con cui vengono messi in parallelo i progetti, gli ideali e le motivazioni delle due fazioni in campo, in un confronto ricco di risvolti interessanti; nel capitolo conclusivo il pathos creato fino a quel momento sfocia in tutta la sua fragorosa e brutale potenza.
Affiancano Dysart al tavolo da disegno Cafu e Juan José Ryp, i quali si dividono, rispettivamente, i segmenti ambientati nel presente e nel passato. Lo stile dei due artisti - così come le scelte cromatiche di Brian Reber e Ulises Arreola - sono tra loro contrastanti, sebbene riescano ad amalgamarsi bene e a non creare un eccessivo divario tra le singole fasi della narrazione; realistico ed espressivo il tratto di Cafu, più grottesco e dinamico quello di Ryp, entrambi sono in grado di esaltare i diversi frammenti del racconto ponendo sotto i riflettori le emozioni dei protagonisti.
In conclusione, Imperium continua a essere un prodotto interessante grazie alle diverse sfaccettature della storia. Abbandonate le atmosfere oniriche del precedente arco narrativo, ritorniamo a respirare ambientazioni più congeniali al nuovo corso Valiant, in cui il genere supereroistico incontra la realtà tratteggiando un universo narrativo coeso.