Immortali, la recensione
Abbiamo recensito per voi Immortali, graphic novel di Simone Prisco edita da Douglas Edizioni
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Diego, Carlo, Virgilio e Mirko sono amici e stanno vivendo l’ultima estate spensierata della propria infanzia. Di lì a poco, infatti, dovranno vedersela con le scuole superiori e con il carico maggiore di responsabilità che comporta crescere; un ultimo tuffo prima di immergersi in una dimensione completamente nuova, ma solo dopo aver fatto una promessa: rivedersi in quel piccolo angolo di mondo, lo stesso giorno, ogni anno. Come spesso accade, però, anche l’animo più incrollabile può avere dei dubbi, dei ripensamenti, oppure avere degli impedimenti che non gli permettano di raggiungere gli obiettivi prefissati e mantenere le promesse. Succede così che la solennità di un attimo svanisca per sempre.
Questa è una storia vera, ci tiene a precisare Prisco in apertura, non tanto nei personaggi quanto più nello sviluppo: malattia, fallimento, solitudine, incomprensioni, ma anche successo, gloria e amore sono condizioni eterne - immortali, appunto - che attendono e caratterizzano la nostra vita. Diego, Carlo, Virgilio e Mirko si fanno emblema dell'essere umano, delle occasione perse e di quelle afferrate: un'immagine senza tempo che rivive tra le pagine di questo intenso fumetto ricco di sfaccettature.
Se Immortali riesce a emergere da quel grande calderone in cui stagnano svariate opere generazionali inconsistenti è anche grazie alla qualità delle tavole di Prisco. Lo sviluppo dello stile dell’artista campano procede in parallelo con quello narrativo, e se l’esordio come autore completo aveva risentito della scarsa varietà di soluzioni, in Immortali sono diversi i registri adottati, a riprova di una crescita artistica e di una maggior consapevolezza del medium Fumetto: matite morbide e colori tenui per i segmenti spensierati del passato; un tratto più graffiato, con atmosfere plumbee e oscure, a caratterizzare un presente fatto di frustrazioni e ansie.
La terza, si sa, è sempre la più difficile. Simone Prisco supera in maniera brillante la prova realizzando un'opera non così originale ma di sicuro spessore. Non vediamo l'ora di assistere alla sua prossima evoluzione.