Immaturi - la recensione

Un gruppo di adulti si ritrova a dover ripetere l'esame di maturità e ad affrontare i loro problemi personali. Commedia dalla buona idea iniziale, ma dai risultati deludenti...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Immaturi
RegiaPaolo Genovese
Cast
Raoul Bova, Ambra Angiolini, Ricky Memphis, Luca Bizzarri, Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Paolo Kessisoglu, Luisa Ranieri, Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli
Uscita21-01-2011 

L'inizio di Immaturi è promettente, soprattutto perché si parte da un concept molto intrigante e da commedia straniera, cosa assolutamente non scontata per un prodotto italiano. Soprattutto, puntare su un tema come il liceo e l'esame di maturità, così come sull'incubo di doverlo ripetere, significa parlare a tutti, giovanissimi, adulti e anziani, che possono facilmente riconoscersi nella materia trattata.

Purtroppo, fin da subito si notano diversi problemi tipici del cinema italiano, a incominciare da una voce off decisamente inutile e che per fortuna viene utilizzata con parsimonia. Ma quello che stupisce maggiormente è il modo in cui i protagonisti della storia accettano la situazione. Professionisti impegnati e non giovanissimi che, invece di contestare una decisione folle, si buttano a capofitto sui libri come se fosse la cosa più divertente del mondo. E' curioso, perché anche nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo (sempre diretto da Genovese) c'era un problema analogo di sceneggiatura.

In generale, non si riesce a creare dei personaggi a tutto tondo, in grado di andare oltre delle figure monodimensionali. Ricky Memphis è sicuramente simpatico nella parte del mammone incallito, ma anche un po' troppo macchiettistico. Invece, uno spasso totale è il padre del suo protagonista, un grande Maurizio Mattioli, che riesce a risultare divertente, ma anche profondo in maniera sottile. Il ruolo più intrigante sembra quello di Ambra Angiolini, che però non viene portato fino in fondo.

Il problema però è il personaggio di Raoul Bova, che dovrebbe essere il centro della pellicola, ma che non riesce mai a convincere, colpa anche di un'evoluzione della sua storia pessima e sbagliata. C'è poi la classica bambina sagace e dalla lingua lunga, che magari strappa qualche risata sincera, ma risulta ben poco credibile.

Infine, arriviamo a una riunione-revival al mare che non può che ricordare Compagni di scuola (una scena cita chiaramente il film di Verdone), ma che risulta poco coraggiosa (le sigle dei cartoni animati non rappresentano esattamente un'analisi generazionale profonda). Mettiamoci un po' di filosofia spicciola, riflessioni banalotte sui giovinidoggi e risoluzioni traballanti, ed ecco che la pellicola non esalta troppo.

Insomma, l'impegno dell'esaminando Genovese è indubbio, cosi come le sue doti di regista. Purtroppo, i risultati, per nervosismo o poca preparazione, non sono all'altezza delle aspettative...

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