Il Viaggio di Arlo, la recensione
Ancora un'avventura animata Pixar che lascerà il segno. Il Viaggio di Arlo è la storia di un'amicizia dinosauro-uomo che emozionerà molto i più piccoli per quanto è accattivante dal punto di vista visivo
Indirizzato a un pubblico più giovane rispetto alla metafora psicanalitica partorita dal talento visionario di Pete Docter, l'ultima animazione 2d Pixar diretta dall'esordiente nel lungo Peter Sohn è una inebriante "if epic adventure" ambientata nella Preistoria. Utilizziamo l'inventato genere della "if epic adventure" perché la premessa è che nessun asteroide, milioni e milioni di anni fa, colpisca la terra. I dinosauri, quindi, non si estinguono, e uno di loro (un dolcissimo apatosauro di nome Arlo) farà amicizia con un piccolo uomo primitivo di nome Spot. E se i dinosauri e gli umani si fossero incontrati con i primi più evoluti e in grado di parlare anche piuttosto correttamente e noi ancora a strisciare per terra grugnendo? Se noi e loro avessimo calpestato il Pianeta Terra nello stesso istante? Parte a quel punto un'impresa, un viaggio del protagonista apatosauro ancora cucciolo dalle parti di Alla Ricerca di Nemo (2003) + Dragon Trainer (2010) con l'interessante novità che noi umani siamo delle bestie e loro dinosauri praticamente degli intellettuali.
Parliamo dei personaggi: Arlo è gracile e dalle ginocchia sempre arrossate (che belli i dettagli sul suo dolore fisico iniziale) mentre Spot è ringhioso e sempre fieramente gattoni (non è ancora pronto ad alzarsi sulle due gambe).
Parliamo dell'ambientazione: un Pianeta Terra incontaminato dove la Natura è bellissima e spaventosa insieme e dove si possono trovare gli apatosauri mentre fanno placidamente il mestiere di contadini a differenza delle mansioni più dinamiche, diciamo, svolte da pterodattili e t-rex.
Bello vedere, come in Alla Ricerca della Valle Incantata (1988) di Don Bluth, questi animaloni giganteschi e sempre affascinanti dominare il loro habitat nell'anno in cui li abbiamo ancora visti alla prese con la cattività eugenetica del notevole Jurassic World.
Il design di Arlo sarà forse poco raffinato per alcuni e troppo banale nel concept del muso ma per quanto riguarda le ambientazioni e regia... wow... sembra di assistere a un'epic movie firmato Steven Spielberg.
Morale della favola: azioni più che riflessioni (è un cartoon più emotivo e meno concettuale rispetto ad Inside Out), recupero di un'idea di cinema tradizionalmente spettacolare (che bello che sia in 2d) e fisicità di Arlo, Spot & Co (tanti animali presenti sullo schermo) al centro dei momenti più riusciti del film (il corpo di Arlo e le sue posture sono una continua sorpresa per lo spettatore).
Bel ritorno per la Pixar all'idea del cartoon con gli animali che parlano. Il film è ricco di cuore, azione e un dolcissimo senso dell'umorismo.