Il teorema della crisi - The forecaster, la recensione

Documentario di indubbio fascino Il teorema della crisi pecca di eccessiva fiducia nei suoi protagonisti e si dimentica di raccontare, preferendo ammaliare

Critico e giornalista cinematografico


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Genio o truffatore non è dato saperlo, Martin Armstrong è il protagonista di un documentario tutto dalla sua parte che ne narra le incredibili disavventure legali contro il governo. Esperto di finanza ed esperto in previsioni, ha elaborato un sistema matematico in grado di anticipare i macromovimenti dell'economia basandosi sul passato. Tutto si ripete per Armstrong, i cicli sono inevitabili e precisissimi. Tiene conferenze, spiega, illustra ed è estremamente convincente, racconta delle crisi dell'euro, del dollaro ma anche più indietro di altre monete, spiega come tutto sia già accaduto e il sistema capitalista sia destinato a queste inevitabili cadute e risalite perchè così funziona il sistema dei debiti. Riesce addirittura a prevedere il giorno esatto in cui le borse mondiali avranno le loro cadute.

Le sue previsioni sono così accurate però che il governo non le ama, vuole l'algoritmo che ha messo a punto con dei matematici e visto che non può ottenerlo cerca di far crollare Armstrong incarcerandolo ingiustamente. Ma lui non crolla, per 7 lunghi anni rimane in galera senza parlare e poi per altri 5.

Vetter e Steinberger non hanno dubbi sulla veridicità dei modelli di Armstrong e concepiscono tutto il loro documentario intorno alla cronaca della sua lotta contro il governo a favore della propria integrità. Con diverse interviste e testimonianze dallo stesso Armstrong (ad oggi uscito dal carcere e di nuovo in giro per le sue conferenze ma con più moderazione) The forecaster è un documentario dall'indubbio fascino che pecca in fiducia. Naive come pochi sembra pendere dalle labbra dei suoi intervistati invece di sfidarli.
Il cuore di tutto rimane sempre il sopruso, la maniera in cui il governo ha vessato ed ha infranto regole per tenere in galera Armstrong, lo strapotere dei giudici e l'ingiustizia di un giudizio che non c'è mai stato. La maniera in cui viene esposta la storia è però quella della terribile disavventura che nessuno vuole raccontarvi.

Eppure non è possibile prescindere dal ruolo e dalle previsioni del protagonista. L'antagonismo del governo americano da solo dovrebbe bastare a testimoniarne la veridicità, lo stesso l'impressione è che qualcosa manchi. Come spesso accade l'accusa non ha voluto prendere parte al documentario, dunque non è possibile sentire l'altra campana, ma il difetto di The forecaster è proprio quello di fornire l'impressione che anche qualora questa campana ci fosse stata, il documentario avrebbe comunque continuato per la sua direzione, affascinare e non raccontare.

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