Il richiamo della foresta, la recensione
Da libro di London Sanders crea una versione di Il Richiamo Della Foresta epurata della componente dirompente e un po' cartoonesca ma di certo impeccabile
IL RICHIAMO DELLA FORESTA, DI CHRIS SANDERS: LA RECENSIONE
La grande storia di contrasti, armonie, fatiche, compromessi e risultati eccellenti tra Chris Sanders e la Disney si arricchisce di un nuovo capitolo.
Sanders concede alla Disney uno svolgimento a tratti cartoonesco ed epura la storia di quell’idea di risposta ad un istinto profondo, ancestrale e insopprimibile che il cane trova e lo spettatore cerca per sé. Ne fa insomma una grande parabola umana e avventurosa per interposta persona, lavora molto bene sul personaggio affidato a Harrison Ford e mette in campo dinamiche più tenere e divertenti là dove ce ne sarebbero di dure e virili. Questo dà al film una grande vita e una stabilità invidiabile che solitamente prodotti di questo tipo non hanno.
Con un cattivo da macchietta agghindato con toni hipster poi Sanders riesce anche a dare alla storia un andamento sufficientemente convenzionale per somigliare ai classici Disney con animali (per quanto questo tecnicamente sia un film ibrido tra umani e personaggi animati) e alla fine come suo solito utilizza questo svolgimento convenzionale per una storia di conquista personale. Non la sua migliore di certo ma lo stesso un film di cui andare fieri.
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