Il ragazzo dai pantaloni rosa, la recensione: una brillante riflessione sulla tragica storia di Andrea Spezzacatena

Il ragazzo dai pantaloni rosa inizia come una fiaba solare e ottimista, rendendo il finale ancora più angosciante

Condividi


Si può fare un film quasi allegro su una vicenda terrificante come quella di Andrea Spezzacatena, vittima di cyberbullismo suicidatosi nel 2012? La risposta è sì grazie all'approccio inusuale de Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, in cui Andrea è in voce narrante (escamotage che lo sceneggiatore Roberto Proia prende da Viale del tramonto di Billy Wilder) e appare per gran parte della pellicola spiritoso, forte e autonomo. E allora? Come è possibile sia accaduto l'irreparabile?

Il film racconta proprio questo, ovvero la contraddizione tra la serena vitalità di Andrea (studio, amicizia cinefila con compagna del cuore, rapporto maturo con genitori divorzianti) apparentemente così colto e strutturato da poter affrontare tutto e invece con un mondo interiore più angosciato che comincia a emergere in una seconda parte sempre più drammatica. Ottimo Samuele Carrino nell'impersonare il protagonista che canta da Dio (e per Dio visto che entra in un esclusivo gruppo canoro ascoltato addirittura dal Papa), si chiude nei cinema d'essai per vedere Jules et Jim di Truffaut con l'inseparabile Sara (Sara Ciocca, perfetta per la parte), ama sempre più intensamente il compagno di scuola Christian Todi (che soprannomina “Mr. Più”) e lentamente subisce sempre più pesantemente sfottò omofobi (Spezzacatena diventa “Checchacatena”) che da rilassate prese in giro si trasformano in incubi. E poi quei pantaloni stinti che da rossi diventano rosa segnando l'inizio dell'orrore come un oggetto maledetto da fiaba. Non a caso tutte le sequenze e le divise della scuola dove Andrea studia ricordano il mondo di Harry Potter, come dire che il protagonista incontrerà nella sua vita anche la magia, sia bianca che nera. Proprio perché si è scelta una fotografia solare e un approccio inizialmente così brillante, è ancora più terrificante vedere dove terminerà la vicenda e perché.

Come dice Andrea in una delle battute più belle ed emblematiche del film, quando spiega a Christian perché è importante la Storia: “Dobbiamo studiarla per poi non fare gli stessi errori”. Dobbiamo dunque vedere questo film e capirne la tragicità proprio per non ricadere negli stessi orrori.

Continua a leggere su BadTaste