Il ragazzo dai pantaloni rosa, la recensione: una brillante riflessione sulla tragica storia di Andrea Spezzacatena
Il ragazzo dai pantaloni rosa inizia come una fiaba solare e ottimista, rendendo il finale ancora più angosciante
Si può fare un film quasi allegro su una vicenda terrificante come quella di Andrea Spezzacatena, vittima di cyberbullismo suicidatosi nel 2012? La risposta è sì grazie all'approccio inusuale de Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, in cui Andrea è in voce narrante (escamotage che lo sceneggiatore Roberto Proia prende da Viale del tramonto di Billy Wilder) e appare per gran parte della pellicola spiritoso, forte e autonomo. E allora? Come è possibile sia accaduto l'irreparabile?
Non a caso tutte le sequenze e le divise della scuola dove Andrea studia ricordano il mondo di Harry Potter, come dire che il protagonista incontrerà nella sua vita anche la magia, sia bianca che nera. Proprio perché si è scelta una fotografia solare e un approccio inizialmente così brillante, è ancora più terrificante vedere dove terminerà la vicenda e perché.