Il Ragazzo con la Bicicletta - la recensione
Il Ragazzo con la Bicicletta è un film dei Dardenne al 100%: uno stile che rappresenta sicuramente la forma più pura di linguaggio filmico possibile oggi...
Chi ha scritto che questo film è una fiaba non ha visto gli altri film dei due fratelli belga. Chi ha scritto che il personaggio di Cecile De France (la donna che si occupa del bambino protagonista) è una fata madrina che lo accompagna non ha capito niente del cinema. Capita anche questo.
Stavolta però, contrariamente a quanto capitato nei primi quattro film del duo, la storia si dipana in maniera più omogenea, senza quelle impennate d'azione e sentimento in precedenza relegate agli ultimi minuti. La storia di questo bambino che non si arrende al fatto che il padre non voglia più vederlo è narrata lungo tutti gli 89 minuti con la medesima intensità e il medesimo furore. Furore del bambino stesso che, rispetto ai protagonisti dei passati film dei fratelli, mostra una grinta e una tempra fuori dal comune.
Cambiando gli addendi non cambia però il risultato. Se in passato l'essere sballottati da una vita che sembra riservare solo amarezze o costringere a decisioni terribili, era un modo per lasciar uscire la profonda umanità dai volti inespressivi dei personaggi, stavolta il suo opposto, cioè la furia del bambino protagonista, la sua corsa costante in tutte le direzioni, sempre in fuga da qualcosa è lo stesso un modo per raccontare un sentimentalismo esasperato.
In più la risoluzione finale, clamorosa considerando la filmografia Dardenne, ha una forza e quasi un valore, simili a quella del finale di Ordet.