Il Racconto dei Racconti, la recensione
È un'opera unica Il racconto dei racconti, come non se ne sono viste negli ultimi anni, non insegue standard americani e punta a stupire più che a narrare
Il Racconto dei Racconti ha una qualità immediata ed epidermica, colpisce forte subito grazie ad un impianto visivo fondato sulla sorpresa che non è più quello tipico di Garrone, quello del brutto o dell'insolito guardato con passione e un senso estetico acuto che lo rende fascinoso, ma quello del bello. Il bello che si trova in luoghi a cui seriamente si stenta a credere (tutti scovati in Italia), il bello di costruzioni ardite, composizioni cromatiche iperrealistiche ed esplicitamente pittoriche, esseri umani peculiari e in quello che può essere definito unicamente come un gusto per l'illustrazione sullo schermo.
C'è in questa costruzione simbolica di immagini che vivano a sè, in un universo distante, un fascino unicoIn questo film in cui tre donne flirtano in un modo o nell'altro con il magico per inseguire i propri desideri (finendo nel sangue o nella fuga), esistono dei momenti d'equilibrio sognante tra la favola più pura (cioè la rappresentazione di archetipi narrativi in maniera fortemente simbolica), il gusto dello stupore visivo di cose mai viste (o almeno mai mostrate in questa maniera) e un'ironia che non ci si aspetterebbe in Garrone.
Esistono eccezioni a quest'idea, come il bellissimo scontro iniziale di John C. Reilly con il drago marino o il momento in cui compare un pipistrello gigante attraverso gli stilemi del cinema dell'orrore, lo stesso è evidente che Il racconto dei racconti non vuole partecipare di quel che racconta ma ammirarlo da lontano come un mondo separato dal nostro, impressionante proprio per il distacco che impone. C'è in questa costruzione simbolica di immagini che vivano a sè, in un universo distante, un fascino unico, quello che correva sottile nei film precedenti di Garrone e gli dava forza qui è esplicito e dichiarato.
Il Racconto dei Racconti è un film unico in tutti i sensi, forse non facile, forse non conciliante per come si distacca da quello che conosciamo (specie in ambito fantasy) ma realmente unico.