Il principe e la sarta, la recensione

Le tavole de Il principe e la sarta sono così espressive e curate nei dettagli che l'impressione è di trovarsi di fronte ai frame di un film d'animazione

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il Principe e la Sarta, pag. 43

In Italia abbiamo conosciuto l'artista americana Jen Wang per i disegni di In Real Life, fumetto dall'ambientazione moderna nel quale una ragazza passa la maggior parte del tempo all'interno di un MMPORG vestendo i panni di una potente guerriera. Il principe e la sarta è invece una classica fiaba che si svolge nella Parigi di inizio Novecento, ma pur essendo un racconto apparentemente agli antipodi con il precedente porta avanti la medesima tematica: la ricerca della propria identità. In entrambe le opere, infatti, i protagonisti vestono panni differenti - siano essi di stoffa o di pixel - per capire chi siano veramente, una volta abbandonata la quotidianità in cui sono intrappolati.

La giovane sarta Frances potrebbe benissimo essere uscita dalla penna dei fratelli Grimm o dalle pagine di un romanzo di formazione ottocentesco; nonostante le umili origini, le viene offerta la possibilità di servire a corte disegnando abiti per il principe del Belgio Sebastian. La ragazza scoprirà presto che il figlio del re cela un segreto: dopo il tramonto ama indossare abiti femminili e frequentare i locali notturni della Ville Lumière nei panni di Lady Cristallia.

La testa coronata trova in Frances non solo la sarta in grado di confezionare gli sfarzosi vestiti che ha sempre sognato di indossare ma anche una confidente con cui condividere la sua insofferenza nei confronti dei pregiudizi della società e per le pressanti aspettative di cui è caricato dalla famiglia. Al contempo, la ragazza dimostra un'emancipazione non scontata per l'epoca, prendendo decisioni coraggiose senza paura di imporre una sua visione, liberando l'estro artistico nel tentativo di realizzare i propri sogni. Inutile dire che l'amicizia tra i due dovrà affrontare diversi ostacoli legati alle rigide abitudini dell'epoca e alle rispettive priorità personali.

"Una storia efficace e universale come Il principe e la sarta è oggigiorno a dir poco necessaria."Jen Wang decide di trattare un tema più che mai attuale attraverso la fiaba, rispettando e sovvertendo quelli che sono gli elementi ricorrenti del genere: un equilibrio narrativo gestito talmente bene da far risultare il tutto estremamente naturale. Non c'è la volontà di sensibilizzare il lettore sulla diversità in maniera sfacciata, ma il messaggio, trasmesso in modo delicato ed elegante, risulta chiarissimo. Il lettore è dunque libero di sovrapporre al racconto eventuali riflessioni sull'attualità o sulle battaglie sociali del secolo scorso, così come un bimbo può apprezzarlo rimanendo ingenuamente incantato dall'avventura di un principe pronto a tutto pur di ottenere ciò che lo fa stare bene.

Le linee morbide e gli occhioni dei personaggi contribuiscono alla sensazione di purezza che permea questo fumetto: i disegni della Wang sono caratterizzati da una forte carica espressiva e una grande cura nei particolari, soprattutto per quanto riguarda i capi d'abbigliamento fashion, tanto che l'impressione è di trovarsi di fronte ai frame di un film d'animazione.

In un mondo in cui uno spettacolo teatrale basato Cinzia crea stupide polemiche e un bambino che vuole fare danza classica viene ancora preso in giro, una storia efficace e universale come Il principe e la sarta è oggigiorno a dir poco necessaria per infrangere la percezione di quel che viene spacciato per "normalità".

Il principe e la sarta, anteprima 01

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