Il Principe (docuserie): la recensione
Il Principe funziona, ma lascia con qualche interrogativo, il più curioso dei quali è perché i Savoia abbiano accettato di parteciparvi
Vittorio Emanuele di Savoia non è un uomo facile da raccontare e non è un caso che a proporre a Netflix il progetto de Il Principe sia stata Beatrice Borromeo Casiraghi, che ne cura anche la regia, una persona cresciuta sentendo raccontare i tragici fatti del 18 agosto del 1978 avvenuti nell'isola di Cavallo e che - per nascita - fa parte di quella elite che viene raccontata nella docuserie in 3 puntate che, va detto, è interessante per diverse ragioni.
Un tuffo nella storia
A 45 anni dalla morte di Dirk Hamer avvenuta sull'isola di Cavallo c'è probabilmente più di una generazione che potrebbe aver sentito di un crimine non ben definito che coinvolse la famiglia Savoia (e portò il suo patriarca in carcere per qualche tempo), ma che non ne conosce necessariamente i particolari, e quella de Il Principe è una storia che affonda le radici in quella dell'Italia, di un referendum che cambiò per sempre il destino politico del nostro paese ed anche di una famiglia esiliata a lungo dal suo paese di origine, ma che ha vissuto comunque una vita di privilegi concessi a pochi.
Per comprendere meglio gli eventi che hanno portato alla tragica morte di Dirk Hamer, la docuserie di Netflix mette al centro del racconto i protagonisti che l'hanno vissuta, cosa che permette agli spettatori di verdersi aprire una finestra sulla vita privata di Vittorio Emanuele, tra l'osteggiata storia d'amore con Marina Doria, sfociata poi nel matrimonio, i rapporti con l'Iran, la nascita di Emanuele Filiberto, i molti scandali che hanno coinvolto l'erede al trono d'Italia e quella della della famiglia Hamer e del suo discusso capostipite. Tanto che uno dei pochi difetti di questo prodotto è forse proprio quello di aver cercato di raccontare troppe cose in uno spazio limitato, lasciando alcune vicende comprensibilmente in sospeso, una su tutte il coinvolgimento di Vittorio Emanuele di Savoia con Licio Gelli e la P2.
Quello raccontato da Il Principe sebbene, come anticipato, sia il perfetto esempio di scontro epico tra un Davide ed un Golia, non è però nemmeno una lotta di classe. I protagonisti di questa vicenda facevano infatti entrambi parte di una elite, di cui una si dimostrerà semplicemente più potente dell'altra.
La verità è più potente della giustizia
Per chi non li conoscesse, gli eventi raccontati da Il Principe hanno davvero dell'incredibile e possono risultare comprensibilmente frustranti per come la verità e la giustizia siano state manipolate in un contesto in cui, come dirà Birgit Hamer, tutto - all'inizio - sembrava estremante chiaro, con una vittima, un colpevole e dei testimoni ben definiti.
Dopo anni di battaglie legali la Corte di Assise francese scrisse la parola fine su questa storia, ma la vera chiosa arrivò qualche tempo dopo, con un colpo di scena decisamente inaspettato (o forse nemmeno troppo per coloro che conoscevano la fama di Vittorio Emanuele), che se pure non ha dato giustizia alla famiglia della vittima, quantomeno ha permesso loro di andare avanti e mostrare al mondo che tutti quegli anni di battaglia non erano stati vani.
Nonostante Il Principe cerchi di ricostruire con precisione tutti gli eventi, tende comunque a lasciare senza risposta alcuni interrogativi essenziali, come la ragione per cui l'avvocato che rappresentava gli Hamer in sede di Corte di Assise non abbia chiamato a deporre i testimoni dell'evento, soprattutto dopo che solo uno di loro sedette sul banco dei testimoni, chiamato però dagli avvocati dei Savoia, per dire che non aveva di fatto visto Vittorio Emanuele sparare perché era uscito dalla barca a fatti già avvenuti dando l'impressione così di scagionarlo.
Vittorio Emanuele di Savoia: "Ma a me mi sa che non ho parlato, perché non me lo ricordo, ero stanco e se ho detto non ho detto niente, perché non ho mai detto niente. È anche un'invenzione".
L'altra domanda che resta senza risposta è: con una conclusione come quella di questa serie di cui peraltro, va sottolineato, i Savoia erano perfettamente edotti, perché accettare di partecipare a questa docuserie? La sfacciataggine con cui viene negata l'evidenza è così ingiustificabile che può essere solo figlia dell'arroganza, tanto che viene da domandarsi se sia questo il vero motivo per cui Marina Doria, consapevole di poter tornare nell'occhio del ciclone, non abbia rilasciato nuove dichiarazioni sulla vicenda e compaia solo con immagini di archivio.
Sebbene Il Principe sia certamente un ottimo documento dal punto di vista produttivo e meriti di essere visto, non aiuta in alcun modo a risollevare la reputazione di Vittorio Emanuele. E forse è un prodotto riuscito proprio per questo, perché al di là dei nostalgici racconti del suo protagonista, riesce a dire molto di lui più per il fatto che abbia accettato di prendervi parte che per altro.
Il Principe debutta su Netflix martedì 4 luglio su Netflix.