Il poema del vento e degli alberi vol. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume de Il poema del vento e degli alberi, di Keiko Takemiya

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Arriva anche nel nostro Paese, edito da J-POP, un manga che rientra tra i capostipiti del genere Boys Love: Il poema del vento e degli alberi, di Keiko Takemiya. Originariamente pubblicato tra il 1976 e il 1984 sulla rivista nipponica Shojo Comic, di Shugakukan, questo fumetto ha posto le basi per il cambiamento del concetto di manga per ragazze, proponendo una storia d’amore tra ragazzi con rapporti sessuali più espliciti e facendo da apripista per il genere yaoi che si è sviluppato negli anni a seguire. Proprio a causa della presenza di scene di sesso e di nudo, la prima pubblicazione è stata rimandata per anni su volontà dell’autrice, che si è rifiutata di censurare quelle scene considerate scabrose nel Giappone degli anni Settanta.

Il poema del vento e degli alberi è ambientato in Provenza, a fine Ottocento, nel collegio maschile Lacombrade, e narra la storia di Serge, figlio del visconte Battour e di una donna di origine gitana. Alla morte del padre, Serge decide di rispettare le sue volontà e di trasferirsi nello stesso collegio frequentato da lui in gioventù. Raggiunta la scuola, il ragazzo incontra il suo compagno di stanza, Gilbert Cocteau, giovane dalla bellezza eterea ed efebica, noto in tutta la scuola per la sua promiscuità e la sua abitudine a vendere il proprio corpo in cambio di favori. Viene descritto come "un diavolo”, un tentatore capace di affascinare chiunque grazie al suo aspetto e ai suoi modi, ma pur essendo segretamente ammirato da molti viene pubblicamente schernito per la sua bassezza morale. Serge, ragazzo dall'animo gentile, decide di aiutare il suo nuovo compagno di scuola che nasconde un passato tormentato…

Questo primo volume presenta al lettore i due protagonisti e una folta rosa di personaggi secondari. Serge e Gilbert, che risultano fin dal principio ben caratterizzati, sono posti agli antipodi tra loro sia dal punto di vista caratteriale sia da quello estetico: il primo, dalla carnagione ambrata, con occhi e capelli scuri, è gentile e di buon cuore, un animo puro ed ingenuo. Il secondo, biondo, con gli occhi chiari e la pelle pallida, è invece rappresentato come un individuo freddo e cinico, che sembra capace di interazioni con gli altri solo attraverso i rapporti fisici.

Un po’ a causa dello spiccato “spirito da crocerossino” di Serge, un po’ per la naturale tendenza degli opposti ad attrarsi (e completarsi), tra i due è percepibile fin da subito una certa tensione. Con il progressivo entrare in contatto tra loro, vengono mostrati anche degli elementi che li accomunano, come la difficoltà a farsi accettare all’interno del sistema scolastico: se Gilbert, come detto sopra, viene vessato per la sua condotta immorale, Serge è vittima di commenti razzisti da parte dei compagni che lo deridono per il colore della sua pelle.

Enfatizzate da una certa teatralità e da una massiccia dose di dramma, durante il manga vengono introdotte una serie di tematiche piuttosto delicate come la violenza sessuale, la pedofilia, il razzismo e l’omofobia. Nonostante sia diretto ad un pubblico di lettrici piuttosto giovani – e questa è una delle motivazioni che, all’epoca della sua uscita, lo rese un titolo controverso – tali temi vengono presentati in modo crudo e diretto, pur non essendo approfonditi, almeno in questo primo volume.

Come sottolineato in una nota presente in fondo al fumetto, nella storia della Takemiya sono presenti degli anacronismi storici (come, per esempio, un riferimento al manga Astro Boy, di Osamu Tezuka) e viene fatto uso di un latino “fantasioso”, che è stato lasciato invariato per mantenere l’opera quanto più possibile fedele all’originale.

Per quanto riguarda i disegni, la Takemiya ha uno stile tipico degli shojo anni Settanta: i suoi personaggi sono femminei e graziosi, con gli occhi grandi e luminosi a cui è dato il compito di aumentare l’espressività dei volti. Un’eccezione è fatta per i personaggi protagonisti dei siparietti più comici, che hanno invece delle fattezze simpatiche e grottesche. Molte delle illustrazioni, soprattutto quelle che vedono come protagonisti Gilbert e Serge, sono arricchite da elementi floreali che vanno a incorniciare ed enfatizzare la bellezza dei personaggi. Le tavole possono talvolta risultare un po' statiche, ma la delicatezza del tratto e la cura dei dettagli rendono le illustrazioni estremamente gradevoli.

Anche se le tematiche affrontate possono non essere adatte ai lettori più sensibili, la bellezza dei disegni e della fattura dell’edizione, e l’importanza storica per il suo genere fanno di Il poema del vento e degli alberi una lettura che vale la pena di essere affrontata. Oltre all’uscita mensile dei volumi singoli, è disponibile un cofanetto illustrato contenente tutti i dieci numeri della serie.

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