Il Nome Della Rosa 1x07 e 1x08, la recensione
La nostra recensione dell'ultimo appuntamento con Il Nome della Rosa
Tutto quello che di pessimo era stato possibile notare negli episodi precedenti ha preso il posto del poco di buono che pure c’era stato, in una corsa verso un finale ambiguo per ritmo, pessimo per realizzazione e terribile per capacità visiva di chiudere la storia. Il confronto con la chiusa del film, che inventava panoramiche, usava la voce fuoricampo, giocava con la recitazione e i non detti per rendere la chiusa del libro è impensabile e misura tutta la distanza tra un cineasta che lavora con le immagini e un regista che mette in scena un testo.
Si rivela inoltre in tutta la sua inutilità il personaggio di Greta Scarano assieme alla sua parte di trama, ovviamente non in grado di incidere nella storia e portatrice di nessun valore aggiunto anche nel momento in cui il suo intreccio si incrocia con gli altri (con il discutibile espediente demodè di far interpretare sempre a Greta Scarano anche la madre del proprio personaggio nei flashback). E se ancora la narrazione si difende come può nel grande processo dell’inquisizione, tra battibecchi, confessioni, pianti e strategie dialettiche, tutto crolla quando è il momento di fare un po’ d’azione, quando cioè alla caccia del libro nella biblioteca-dedalo, Adso e Guglielmo si trovano di fronte allo showdown con il villain.
Ancora ancora si sarebbe potuto passare sopra all’evidente fastidio della regia per la scene d’azione e per le colluttazioni (non solo goffe, lente e maldestre ma anche filmate male, poco chiare e tempestate di dialoghi imbarazzanti) ma immaginare il momento topico, ovvero la sconfitta e morte del villain, in una maniera così puerile è degno di vergogna. Si può dire senza timore di smentita che erano anni che, in produzioni di questo livello, non si vedeva una scena realizzata così male.
Superato questo momento il resto è in discesa e quasi non sembra così pessima anche la chiusa, che invece è ingiustamente moscia e lenta, là dove il testo di partenza la usa per un grandissimo bilancio intellettuale e per un momento di sentimentalismo potente sia tra Adso e il suo primo ed unico amore, ma anche e soprattutto tra Adso e il suo maestro.
Di fatto quello che è accaduto in queste ultime due puntate è stata la definitiva riqualificazione di Il Nome Della Rosa, serie partita come un progetto mondiale (al pari di L’Amica Geniale) e ridimensionata a progetto continentale (al pari di I Medici), con dei momenti degni di un progetto nazionale.