Il Nemico Invisibile, la recensione

Risplasmato dai produttori per somigliare al cinema più banale, Il Nemico Invisibile è stato disconosciuto da Schrader ed è buono solo per fare supposizioni

Critico e giornalista cinematografico


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Il nuovo film di Paul Schrader non è un film di Paul Schrader.

Nonostante risulti regista e sceneggiatore il risultato finale non è imputabile a lui, lui stesso l'ha disconosciuto. Rimontato, rimixato, rimusicato e con una color correction completamente diversa Il Nemico Invisibile non somiglia, dice Schrader, a quello che lui aveva in mente, è un film dei produttori e non più suo. Non a caso il prodotto finito è un film dagli spunti interessanti e gli esiti molto banali, dall'atteggiamento ambiguo nei confronti della CIA e della guerra al terrore, che non sfrutta molto di quel che semina. Si potrebbe facilmente dire che è un film fallito ma più semplicemente è un'opera in cui troppe persone hanno messo le mani.

Con un'operazione di affetto cinefilo si potrebbe provare a ricostruire le intenzioni di Schrader a partire dalle sue note ossessioni. Si può immaginare che la storia di un ufficiale della CIA invecchiato e messo ai margini dopo aver subito, decenni prima, una sessione di tortura da parte di un uomo che non ha più dimenticato, fosse pensata per essere una parabola non diversa da quella compiuta dallo stesso Cage in Al di là della Vita (scritto sempre da Schrader). Il protagonista scopre di essere molto malato, sta perdendo le facoltà intellettuali, presto non capirà più niente e sempre di più è stanco, ansioso, isterico e non riesce a compiere i collegamenti più elementari. Sono anni che non fa più quello per cui ha iniziato il lavoro in CIA e desidera disperatamente portare a termine la missione che gli hanno impedito di finire. Quel nemico che tutti pensavano morto ma che lui non ha mai smesso di cercare è spuntato fuori. Malato e infermo come in passato i suoi personaggi erano drogati e dallo stato mentale alterato, andrà a trovare la nemesi di una vita scoprendo che anch'esso è molto malato.

Non sapremo mai che film aveva in testa Paul Schrader, sappiamo solo che questa parabola d'azione e patriottismo include alcune delle svolte di trama meno canoniche e più inutili di sempre, probabilmente frutto di sessioni diverse di rimontaggio e "sistemazione" del film. Un perfetto esempio del fatto che "strano" non sempre è buono. Nello svolgersi di Il Nemico Invisibile è possibile notare una lotta titanica tra un impianto che sogna il cinema migliore (due opposti, due nemici che si sono massacrati carnalmente, entrambi con un fisico che decade, entrambi prossimi alla morte cercano di non arrendersi e redimersi a modo proprio) ma sceglie continuamente il più banale, quello degli inseguimenti che risolvono tutto e del giustizialismo all'insegna dei valori di una volta.

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