Il mistero dei Templari - La serie, la recensione dei primi due episodi
I primi due episodi de Il mistero dei Templari - La serie ci hanno convinto, pur con qualche ingenuità nella scrittura
Nonostante un pizzico d’ingenuità di fondo, Il mistero dei Templari è un film che gli amanti delle avventure in stile Indiana Jones ricordano con discreto affetto. La pellicola del 2004 di Jon Turteltaub con protagonista il celeberrimo Nicolas Cage riuscì a conquistare molte persone grazie a una buona dose di ironia, mescolata a quel pizzico di mistero tipico delle storie di questo tipo. Il successo permise al film di avere un seguito nel 2007, che piacque al pubblico, ma molto meno alla critica. Questo mise in stand-by la realizzazione di nuove opere basate su questo franchise. Fino ad oggi.
UN NUOVO CAST
Le prime due puntate della serie ci fanno subito capire di trovarci di fronte a qualcosa di diverso rispetto a quanto visto nel 2004. Jess Morales è una ragazza da sempre capace di notare dettagli che sfuggono alla maggior parte dei suoi amici. Amici come Tasha, Oren ed Ethan, insieme ai quali passa il proprio tempo libero affrontando intense escape room. Jess nasconde però un passato misterioso. Suo padre era un cacciatore di tesori che, dopo essere entrato in contatto con un gruppo di persone decisamente poco raccomandabili, sacrificò la propria vita per permettere a sua moglie e a una Jess in fasce di sopravvivere. Un’azione testimoniata da una collana che la nostra protagonista tiene sempre al collo, ma che potrebbe nascondere un grande segreto.
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Capita infatti che alcuni passaggi narrativi siano un po’ forzati, come un libro che cade a terra e si apre esattamente alla pagina necessaria alla protagonista per procedere con l’indagine. Sfumature che fanno sorridere, ma che ai puristi del genere potrebbero dare fastidio. Fortunatamente ci pensa Lisette Alexis a far dimenticare queste ingenuità di scrittura. La sua Jess Morales, infatti, è un personaggio determinato, affascinante e carismatico, portato sul piccolo schermo con grande maestria dalla "giovane" attrice. Ci siamo subito affezionati alla suo modo “sovrumano” di vedere il mondo, innamorandoci però di lei per i suoi problemi “umani”. Problemi come il suo desiderio di ottenere la cittadinanza americana per poter avere una possibilità di accedere all’FBI. Piccoli dettagli che rendono il personaggio più “vero” e che ci sentiamo di elogiare.
VECCHIE GLORIE
Da amanti della continuity e del franchise, impossibile non sorridere di fronte ad alcuni momenti di queste prime due puntate. Sono bastate poche note della colonna sonora per riportarci al 2004, a quel main theme di Trevor Rabin che ci è rimasto in testa per quasi venti anni. A fare il resto ci pensa il ritorno di Harvey Keitel nel ruolo del detective Peter Sadusky, qui in una versione nettamente invecchiata. Sono passate diverse primavere dagli avvenimenti dei primi due film e questo ha portato l’ex membro massone dell’FBI a vivere una vita non idilliaca come potremmo pensare. Nonostante non sia il protagonista, Keitel spicca nelle scene dove compare, andando a far leva sull’effetto nostalgia di ognuno di noi.
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Sono inoltre presenti altri momenti che richiamano le pellicole originali, ma ammettiamo di attendere con trepidazione il ritorno di Justin Bartha nel ruolo di Riley Poole. L’attore sarà presente all'interno dello show, ma per ora non è ancora comparso in scena. Inutile dire che, prima o poi, sarebbe il massimo avere anche Nicolas Cage, ma giustamente gli autori hanno pensato di focalizzarsi prima sui nuovi personaggi, in modo da dare nuova linfa vita al franchise senza puntare troppo sull’appena citato effetto nostalgia. Evidenziamo, infine, la presenza di Catherine Zeta Jones nel ruolo della villain Billie Pearce. La splendida attrice dimostra ancora grande carisma, ma attendiamo di vederla in scena per più tempo per capire il reale potenziale di questo antagonista, al momento dal sapore sin troppo classico.
I primi due episodi de Il mistero dei Templari - La serie scorrono con estrema piacevolezza. Se amate questo tipo di racconti, potreste trovare lo show diretto da Mira Nair un vero guilty pleasure. Non si possono nascondere alcune ingenuità nella scrittura e un generale déjà vu di fondo, ma il risultato finale riesce comunque a convincere. Attendiamo con impazienza l’arrivo della prossima puntata, nella speranza la qualità generale possa innalzarsi ulteriormente e confermare la bontà di questo rilancio della saga.
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