Il Mai Nato

Una ragazza continua a vedere un inquietante bambino, per scoprire che si tratta di... Dallo sceneggiatore del Cavaliere Oscuro, David Goyer, un horror contraddittorio e poco convincente...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloIl Mai NatoRegiaDavid Goyer
Voci originali
Odette Yustman, Gary Oldman, Meagan Good, Cam Gigandet, Idris Elba, Jane Alexander
Uscita27 febbraio 2009La scheda del film

A forza di sentirne parlare malissimo dalla critica americana, sembrava proprio che la visione de Il Mai Nato dovesse essere una sofferenza atroce. La buona notizia: il film non è certo così brutto come lo si dipinge. La cattiva notizia: difficile comunque rimanere entusiasti.
Probabilmente, il difetto maggiore del Mai Nato, quello che magari ha anche provocato le peggiori critiche, è quello di non scegliere una strada precisa. Da una parte, si vorrebbe creare una pellicola d'atmosfera, ben lontana da certi splatteroni enfatici che vanno per la maggiore, ipotesi confermata anche dal lavoro moderato (ed encomiabile) sul sonoro, che non arriva agli eccessi a cui ci hanno abituato tante altre pellicole. D'altra parte, però, c'è la volontà di stupire con gli effetti speciali, mostrando deformazioni e mostri forse poco in linea con il concept iniziale.

L'impressione, insomma, è che si sia voluto puntare su un pubblico eterogeneo e dai gusti diversi, obiettivo peraltro sostanzialmente raggiunto, considerando i 42 milioni di incasso per un prodotto che ne è costati soltanto 16. Il risultato è una pellicola che non dice nulla di nuovo sul genere, con dei momenti interessanti e altri decisamente meno.

Per quanto riguarda i primi, il bambino funziona abbastanza bene, anche se il vero problema è che nella prima mezz'ora ci viene mostrato continuamente (e quindi, aumentando la quantità, l'effetto si diluisce). E' evidente comunque che la storia cerca (almeno nelle intenzioni) di andare oltre i soliti cliché sugli adolescenti protagonisti di questi film, creando dei personaggi meno monodimensionali del solito. Il problema è quando questi ultimi sembrano dover recitare un copione già visto mille volte ('adesso ti devo spiegare una leggenda folcloristica', 'ora devo procurare una risata') e quindi sembrano quasi costruiti a tavolino e poco naturali. E' il problema, per esempio, con l'amica della protagonista (interpretata da Meagan Good), che dovrebbe portare un po' di pepe e risate alla vicenda, ma che talvolta provoca una certa comicità involontaria. Va detto che, in generale, il cast se la cava degnamente. Odette Yustman (la Beth di Cloverfield) probabilmente non vincerà mai l'Oscar, ma in questo tipo di prodotti ci sta bene. E anche gli attori seri Jane Alexander e Gary Oldman non danno l'impressione di essere capitati nel film per ragioni alimentari (anche se a tratti fanno pensare a un compitino un po' svogliato). Peccato non approfondire meglio il personaggio della madre.

Sul versante negativo, difficile non sottolineare le continue scopiazzature nei confronti de L'esorcista e di altri titoli importanti (basti pensare all'idea del film nel film, che peraltro non è certo utilissimo). Si ha l'impressione che Goyer non abbia molta fantasia, se non per la scelta di mettere in mezzo il tema dell'Olocausto. Forse, per prodotti di questo tipo, un'idea del genere può provocare solo danni, considerando l'enormità del riferimento, anche se va detto che le temutissime scene in flashback ad Auschwitz non sono certo un disastro come si poteva temere. In tutto questo, gli eccessi dello scontro finale risultano fuori luogo (e di sicuro non troppo avvincenti), mentre per quanto riguarda la sorpresa che chiude il film... ce la attendevamo dall'inizio.

Insomma, non è una pellicola che ti fa desiderare che non sia mai nata. Ma certo il pargoletto si poteva allevare meglio...

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