Il Lato Positivo, la recensione
Nonostante parta con certe premesse nel suo svolgersi il film di David O. Russell cambia focus e trova inaspettatamente una via più romantica grazie a Jennifer Lawrence...
Non fossero stati Jennifer Lawrence e Bradley Cooper a interpretarli, i personaggi diIl Lato Positivosarebbero apparsi come due tra le figure più tristi, meste e disperate dell'annata. La loro parabola fatta di malattia mentale, lieve esclusione dalla vita civile e tentativo di risalire (in qualche modo) la china con un progetto tra il folle e il velleitario, sarebbe insomma risultata anche più commovente se a interpretarli fossero stati due attori non belli, perchè alla mestizia morale dello scenario si sarebbe aggiunta quella personale, portata avanti con i corpi degli attori stessi. Così invece il fascino stempera l'amarezza.
InsommaIl lato positivo scava nella disperazione per cercare quell'anfratto in cui essa si può sposare al romanticismo, quei momenti e quelle disposizioni d'animo nelle quali si è più vulnerabili e cerca di portarle in una storia.
Alla fine infatti sono i primi piani di Jennifer Lawrence che rimangono in mente, più che lo sguardo costantemente estasiato e dalle pupille dilatate di Cooper. Senza bisogno di una competizione effettiva, i due sono l'espressione di due piani differenti del film, due suoi possibili esiti dalla portata melodrammatica impari: la parabola fortunata di un uomo che non ha capito molto ma che alla fine sa fare la scelta migliore e la parabola tenace di una donna che non credeva mai di poter tornare ad essere anche solo vagamente felice. Il film vorrebbe puntare sul primo ma il risultato è che, per fortuna, emerge di più il secondo.