Il figlio di Babbo Natale - la recensione
"L'altro" cartone di Natale è una produzione Aardman che regala umorismo britannico, intelligente e raffinato su un canovaccio più che classico. Per bambini smaliziati e adulti svegli
Sembravano fatti per essere messi assieme il team americano di Piovono Polpette con quello britannico della Aardman (la casa di Wallace & Gromit). I primi hanno dimostrato di essere in grado di portare sullo schermo con efficacia e gusto una sceneggiatura e dei personaggi totalmente demenziali (ma con testa) e i secondi sono decenni che ci mostrano di che pasta è fatta l'animazione più intelligente su piazza (dopo quella di Matt Groening).
L'umorismo colpisce a più livelli e se sfrutta in tutto e per tutto figure archetipe, lo fa per andare a scoprirne quegli ambiti mai esplorati che più si collegano alla realtà delle cose. Il nonno simpatico ma autenticamente bastardo, la mamma relegata a comparsa ma infinitamente più abile del papà, il fratello efficiente ma incompreso e un geniale lecchino. Ancora a fare di contorno un esercito di freaks e emarginati non troppo diversi da quelli che si incontrano nella vita come l'elfo che impacchetta i regali, a metà tra il punk fuori tempo massimo e il semplicismo di provincia.
Se c'è un cartone che dice quel che mi sarei voluto sentir dire a 11 anni è questo.