Il dubbio

Per i sospetti di una novizia, un prete viene messo in discussione della madre superiora. Ma qual è la verità? Interpretazioni meravigliose, ma la sorpresa è una regia decisamente ispirata...

Condividi

Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloIl dubbioRegiaJohn Patrick Shanley
Voci originali
Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis

Uscita30 gennaio 2008La scheda del film

Ogni tanto, è normale avere delle aspettative su un film. Da un adattamento teatrale come Il dubbio, era lecito dare per scontato delle performance importanti (puntualmente arrivate), mentre veniva naturale pensare che la regia e la messa in scena in generale sarebbe stata sacrificata. Invece, il premio Oscar per Stregata dalla luna John Patrick Shanley, che aveva al suo attivo solo Joe contro il vulcano per quanto riguarda gli impegni dietro alla macchina da presa, compie un lavoro molto interessante. Alcune scelte espressive sono perfette. Penso alle inquadrature dall'alto che ricordano decisamente Hitchcock (e quindi la mente va a Io confesso, altra pellicola sui dubbi di chi porta la toga). E poi, dei leggeri movimenti di macchina quasi impercettibili, che evidentemente non vogliono darci nessuna forma di stabilità e sicurezza (considerando il tema del film), così come avviene per alcune inquadrature sghembe, particolari ma assolutamente non forzate.

Ma Shanley mostra di avere anche delle doti importanti a livello di luci e fotografia, aiutato ovviamente da quel genio che risponde al nome di Roger Deakins (che probabilmente anche quest'anno, purtroppo, non vincerà l'Oscar, nonostante la candidatura per The Reader). Penso all'apparizione spettrale delle suore, un momento quasi visionario. O al fantastico utilizzo della luce nella scena del confronto tra i due protagonisti. Altre idee magari saranno anche un po' schematiche, come il paragone tra le cene dei preti e delle suore, ma chiaramente funzionano bene.

Ovviamente, poco da dire sulla sceneggiatura, che si dipana benissimo e talvolta in maniera sorprendente, come un notevole meccanismo a orologeria. I dialoghi sono perfetti e non risultano troppo teatrali (aspetto che talvolta al cinema viene sottovalutato in adattamenti di questo tipo). Se proprio vogliamo trovargli dei difetti, si potrebbe pensare che nella seconda parte qualche scena in più non avrebbe fatto male, anche per eliminare una leggera impressione di forzatura nel voler tenere aperte più soluzioni fino alla fine.

Ma ovviamente Il dubbio è un film di attori e se all'annuncio delle candidature potevano sembrare eccessive quattro nomination, in realtà è difficile dire chi sia più bravo. Meryl Streep sembra quasi un'esordiente. E no, è un complimento, nel senso che nonostante ormai la conosciamo bene da più di trent'anni, è ancora in grado di realizzare qualcosa che non le avevamo mai visto fare, non solo con il suo volto, ma soprattutto con la voce, in grado di creare un'inquietudine forte (soprattutto in quello che fa intuire delle sue esperienze passate con i preti a rischio), ma anche di brillanti momenti di ironia (spesso non compresi da chi le sta vicino). Alla fine, perdonatemi il paragone, a tratti mi è sembrata l'infernale Quinlan di Orson Welles (interpretazione monumentale anche quella): forte, decisa e incredibilmente carismatica.

A tenerle perfettamente testa, un Philip Setmour Hoffman che dimostra ancora una volta di essere ai vertici assoluti della sua professione. Basta fare attenzione alla sicurezza e all'ottimismo che mostra nei suoi sermoni, per poi confrontarli con le scene di dialogo con la madre superiora, per capire l'ampiezza della sua gamma espressiva. In un ruolo che poteva facilmente cadere nello stereotipo, Amy Adams offre decisamente qualcosa di più e meglio, soprattutto nelle scene in classe, decisamente meno banali di quanto potrebbero sembrare. Ma la vera botta arriva con Viola Davis. Se esistesse un Oscar per i migliori dieci minuti di interpretazione in un film, quest'anno se lo dovrebbe prendere lei. La costruzione e la complessità dei suoi sentimenti, solo apparentemente illogici ma profondamente umani, è assolutamente strabiliante, così come l'espressività del suo volto.

Insomma, un prodotto complesso e non facile. Ovviamente, da vedere assolutamente in originale, per godere a pieno di queste fantastiche performance...

Continua a leggere su BadTaste