Il Diavolo in Ohio (miniserie): la recensione

Il Diavolo in Ohio, la serie che segna il ritorno della protagonista di Bones sulle scene, è un'occasione mancata

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La recensione de Il Diavolo in Ohio, disponibile su Netflix

Sono passati cinque anni da quando, con l'eccezione di una breve apparizione in Animal Kingdom, Emily Deschanel, protagonista per ben 12 anni della serie Bones, non si vedeva sul piccolo schermo. Il Diavolo in Ohio segna quindi il suo rientro ufficiale dopo aver appeso il camice della dottoressa Temperance Brennan, per indossare invece quello della psichiatra Suzanne Mathis, una professionista che lavora per i servizi sociali di Remmingham, nella periferia di Cleveland, in Ohio, la cui ultima paziente, l'adolescente Mae (Madeleine Arthur), viene ritrovata in mezzo alla campagna di una vicina contea dalla losca nomea, dopo la fuga da una setta satanica.

Già solo questa breve premessa, anticipata in buona parte dal titolo stesso dello show, brucia tuttavia la struttura della miniserie Il Diavolo in Ohio che, dopo un convincente incipit pieno di tensione e mistero, in cui l'identità della silenziosa e chiaramente traumatizzata Mae resta un enigma, come spesso succede con le serie di Netflix, subisce una battuta d'arresto, diventando qualcos'altro, una sorta di tentativo di essere sia un teen che un dramma familiare, condito da accenni di un poliziesco, per poi correre a perdifiato verso un finale davvero troppo sbrigativo.

I PROTAGONISTI DI IL DIAVOLO IN OHIO

Ne Il Diavolo in Ohio, accanto al personaggio interpretato da Emily Deschanel, troviamo il marito Peter (Sam Jager), un investitore immobiliare in crisi economica che ha scommesso tutti i soldi della famiglia in un progetto che rischia il fallimento, la figlia maggiore Helen (Alisha Newton), un personaggio che non avrà un grande sviluppo nell'arco degli 8 episodi della miniserie, la secondogenita Jules (Xaria Dotson) un'appassionata di fotografia che non gode della popolarità della sorella che tende ad ignorarla e la piccola Dani (Naomi Tan), con un gran talento per il canto ed una passione smodata per i musical, nonché una bambina di origini asiatiche adottata dalla famiglia Mathis.

Quando Mae arriva nell'ospedale in cui Suzanne lavora, nonostante la sua ritrosia non solo a raccontare cosa le sia successo, ma proprio a parlare, tra lei e la psichiatra si creerà immediatamente un legame speciale, dovuto in buona parte al fatto che la dottoressa stessa nasconde un passato difficile e sembra in grado di riconoscere quasi a livello emotivo un'altra vittima di abusi. Nonostante, dal punto di vista etico, la scelta sia discutibile, dopo che Mae viene dimessa dall'ospedale rischiando di essere spedita in una struttura che non le riserverebbe le cure di cui ha chiaramente bisogno, Suzanne decide di ospitarla in casa con sé. Qui, grazie alla vicinanza con Jules, Mae avrà l'opportunità di vivere una vita che non ha mai potuto davvero sperimentare, nel tentativo di essere una normale adolescente, nonostante il suo tentativo di conformarsi qualcosa bolle sotto la superficie ed emerge in alcuni inquietanti particolari.

Ed è proprio nel raccontare il tentativo di Mae di adattarsi alla vita dei Mathis che Il Diavolo in Ohio si allontana forse troppo dalle radici di quello che avrebbe potuto essere, perdendosi in trame scontate e personaggi davvero troppo stereotipati, come  l'inquietante sceriffo della contea di Amon (Bradley Stryker), da cui Mae proviene ed è fuggita, l'integerrimo Detective Lopez (Gerardo Celasco) del dipartimento di Polizia di Remmingham, che aiuterà Suzanne a scavare nel mistero della vita di Mae o il leader della setta, interpretato da Tahmoh Penikett nelle sue sporadiche apparizioni.

Mentre Il Diavolo in Ohio, tratto dall'omonimo romanzo di Daria Polatin (che serve anche da showrunner), che racconta una storia vera, potrebbe essere un interessante racconto che svela un intricato mistero con qualche accenno di horror e tenta di spiegare, attraverso l'esperienza della protagonista e della sua salvatrice, cosa significhi rimanere invischiati in una setta (che sia satanica sarà peraltro quasi del tutto superfluo), sembra perdere invece gran parte del suo tempo ad aspirare a qualcosa di meno avvincente.

Ciò che resta è un ibrido incentrato sul costo inaspettato di un gesto di umanità e gentilezza (quello della protagonista nei confronti di Mae) e sul concetto di trauma, quello passato di Suzanne e mai davvero affrontato e quello presente della sua giovane protetta, che legherà le due in maniera indissolubile, ma anche non del tutto sana, senza mai davvero però affrontare il tema portante dello show e cioè le sette, i loro metodi di reclutamento e manipolazione (che avranno su Mae pesanti ripercussioni) e come riescano, con metodi peraltro molto scientifici, a mantenersi in vita e tenere legati a sé i propri accoliti, il che rende nel complesso Il Diavolo in Ohio un'occasione mancata.

https://www.youtube.com/watch?v=zFoiwVrPVzY

Il Diavolo in Ohio è disponibile su Netflix da venerdì 2 settembre 2022.

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