Il cosmo sul comò

Quattro episodi legati tra loro dai bizzarri insegnamenti di un maestro orientale e dei suoi due discepoli. Qualche tocco corrosivo e surreale in un racconto talvolta sfilacciato...

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Recensione a cura di Adriano Ercolani

TitoloIl cosmo sul comòRegiaMarcello Cesena
CastAldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Raul Cremona, Angela Finocchiaro, Victoria CabelloUscita19 dicembre 2008La scheda del film

A due anni dall’esperimento teatrale/cinematografico di Anplagghed al cinema, il trio comico composto da Aldo Baglio, Giacomo Poretti e Giovanni Storti torna sul grande schermo con un nuovo lungometraggio, e decide di posizionarlo nuovamente durante il periodo delle “battaglie “natalizie” al botteghino, rispetto all’ultimo che invece era uscito a novembre apposta per evitare confronti non sempre per loro redditizi. La più importante novità de Il cosmo sul comò è però quella del cambio alla regia: al timone di questa nuova produzione del trio c’è Marcello Cesena, che ormai qualche anno fa aveva diretto il piccolo, sfortunato ma interessantissimo Mari del sud, commedia nera che affondava le sue radici in timbri maggiormente virati verso il grottesco, cosa che il cinema italiano di solito evita purtroppo come la peste.

Tale caratteristica dell’opera di Cesena viene in qualche modo mantenuta anche in questa nuova pellicola, seppur ovviamente adattata alle esigenze più commerciali e quindi edificanti del trio comico; qua e la infatti dentro il film compaiono alcuni sprazzi di comicità acida, corrosiva, che impreziosiscono lo stile da sempre più edulcorato degli attori; il regista riesce poi ad assecondare con discreta armonia anche il gusto vagamente surreale e fantasioso di Aldo Giovanni e Giacomo, componendo un puzzle di atmosfere e toni del racconto abbastanza variegato. Già, perché Il cosmo sul comò – altra costante degli ultimi lavori per il cinema dei tre – è una pellicola a episodi, che mescola senza paura uno sguardo ironico sulle nevrosi della nostra società e le sue contraddizioni (ipocrisie) con altri momenti più intimisti e malinconici, che forse sono l’aspetto più riuscito dell’operazione.

Certo, la concatenazione dei vari sketch non ha un nesso logico ben preciso, e la labilità del filo narrativo che lega il tutto è decisamente un deterrente per la compattezza del film. Presi tra loro in maniera autonoma però i vari episodi che compongono Il cosmo sul comò hanno una loro specifica valenza, e dimostrano comunque come Aldo, Giovanni e Giacomo non si presentino al loro pubblico in maniera pigra con le solite formulette preconfezionate per la risata superficiale, ma provino ogni volta ad inventare situazioni, contesti e toni differenti.

La bontà del loro lavoro è in alcuni casi opinabile, non c’è dubbio, e come scritto Il cosmo sul comò soffre di alcune cadute di ritmo che ne minano alla base un giudizio completamente positivo; rimane però il fatto che di fronte alla volontà di tentare nuove strade con l’intento di proporre un tipo di comicità il più possibile intelligente, non possiamo che sostenere tale sforzo, aspettando magari che venga ripagato da risultati cinematografici del tutto apprezzabili.

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