Il Convento dei Dannati 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero de Il Convento dei Dannati, di Minoru Takeyoshi
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
È davvero una bella sorpresa Il Convento dei Dannati. Dalla sinossi ci aspettavamo l'ennesimo manga sulle streghe, magari anche con quel giusto mix di horror e magia che non guasta mai, ma comunque ordinario. Tutt'altro: Hengoku no Schwester è un seinen realistico, duro e disturbante, inserito in un solido contesto storico. É stato pubblicato in Giappone a partire dal 2015 sulla rivista Gekkan! Spirits e in seguito raccolto da Shogakukan in sei tankobon.
Minoru Takeyoshi firma testi e disegni del fumetto, che prende il via nel presente, attorno a un'enigmatica e preziosa vergine di ferro ritrovata sul fondo del fiume Reno. Dopo poche pagine, l'ambientazione si sposta nella Germania del XVI Secolo, per inseguire l'intrigante vicenda che si nasconde dietro il misterioso macchinario di tortura.
Attraverso un intreccio drammatico ed estremamente coinvolgente, mediato da un sapiente velo romanzesco, Takeyoshi riesce a trasmettere al lettore quell'immensa, variegata nefandezza che definiamo - riassumendo genericamente - "caccia alle streghe", un fenomeno che ha interessato tempi remoti e più recenti di cui si sono macchiate istituzioni ecclesiastiche e laiche in ogni parte del mondo.
Il Convento dei Dannati si focalizza sull'Inquisizione cattolica della prima metà del 1.500, restituendoci tutto l'orrore dei suoi efferati atti e delle sue persecuzioni. La stesura dell'opera dimostra una seria ricerca documentale suffragata da rimandi precisi a fatti eclatanti dell'epoca, come il sacco di Roma da parte dei mercenari lanzichenecchi (1527), o l'attenzione ossessiva della Chiesa - in pieno Concilio di Trento (1545-1563) - verso ogni forma di eresia e di manifestazione discordante dalla dottrina.
Il resoconto è crudo, scomodo e non concede sconti neppure dal punto di vista grafico: il tratto, di notevole carattere, è affilato ed elegante, capace di confezionare con apparente naturalezza tavole che arrivano dritte allo stomaco senza alcuna pietà, la stessa che viene negata ai suoi protagonisti.
In mezzo a tanta ferocia, ci aggrappiamo agli splendidi, enormi occhi neri di Ella e alla sua incrollabile tenacia, arrivando in un attimo alla fine del brossurato, desiderosi di poter presto continuare a seguire le sue sorti e di conoscere gli sviluppi della sua personale lotta contro la perfida Rettrice Edelgard.
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