Il confine vol. 1: La neve rossa, la recensione
Per la cura e la qualità che emergono da ogni soluzione artistica e narrativa, Il confine risulta la più raffinata delle nuove proposte di Sergio Bonelli Editore
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Annunciato ben due anni fa a Lucca Comics & Games 2017, Il confine è l'opera crossmediale più ambiziosa mai concepita da Sergio Bonelli Editore, composta da una serie televisiva, un gioco di ruolo, romanzi in prosa e, naturalmente, il fumetto di cui andiamo a parlarvi.
La neve rossa, disponibile in fumetteria a partire dal prossimo 28 novembre, ci introduce a quella che si prospetta come un'intricata storia innescata da un evento terribile: la scomparsa di un'intera scolaresca e del pulmino su cui viaggiava. La vicenda è ambientata ai nostri giorni, in un imprecisato scenario montuoso e di frontiera, in bilico tra il nostro Paese e quello dei cugini d'oltralpe. I protagonisti sono due poliziotti, l'italiana Laura Denti e il francese Antoine Jacob, chiamati a investigare sulla misteriosa sparizione.
"Per la cura e la qualità espresse in ogni soluzione narrativa e grafica, la più raffinata tra le ultime proposte Bonelli."Il tragico incidente è la punta di un immenso iceberg di intrecci, enigmi e macchinazioni che queste prime sessanta pagine lasciano solo presagire. Le influenze che hanno solleticato l'immaginazione degli ideatori di questo affascinante mosaico, Mauro Uzzeo e Giovanni Masi, sono dichiarate e vanno da progetti televisivi di culto come Twin Peaks e Lost alle opere del maestro dell'horror visionario H.P. Lovecraft.
Il confine è però un prodotto dall'indiscutibile identità italiana, frutto del lavoro di alcuni dei migliori fumettisti nostrani. Il layout che conferisce una dinamicità straripante e assolutamente moderna alla concatenazione delle vignette nasce dall'esperienza di Federico Rossi Edrighi, mentre l'autore dei disegni di La neve rossa, Giuseppe Palumbo, non ha bisogno di presentazioni; chi non avesse mai letto Diabolik, potrà qui apprezzarne il tratto inconfondibile, la recitazione eccezionale dei soggetti e le immagini vibranti.
Il risultato finale non sarebbe così persuasivo ed entusiasmante senza l'apporto del colore, non solo funzionale al racconto ma fattore essenziale nella riuscita dei continui colpi di scena. Il merito va alla strepitosa tavolozza e al talento cristallino della giovane Adele Matera, supervisionata da un esperto in materia come Emiliano Mammucari. Le pittoriche copertine di Lorenzo "LRNZ" Ceccotti, infine, sono il perfetto coronamento di quella che ci pare essere, per la cura e la qualità espresse in ogni soluzione narrativa e grafica, la più raffinata tra le ultime proposte Bonelli.
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