Il circo della vita, la recensione

Abbiamo recensito per voi Il circo della vita, graphic novel di Nicolas Antona e Nina Jacqmin

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Il circo della vita, anteprima 01

Uno dei temi più cari ai fumetti pubblicati da Tunué all'interno della collana Prospero's Books è sicuramente la crescita personale. Ogni storia nasconde al suo interno l'avventura che muterà per sempre la vita dei suoi protagonisti, portandoli a cambiare radicalmente loro stessi e, conseguentemente, il loro rapporto con il mondo che li circonda. In questo senso, la graphic novel Il circo della vita, scritta da Nicolas Antona e disegnata da Nina Jacqmin, riassume in poche decine di tavole le intere esistenze del giovane orfano Louis e di Clara, una bambina figlia di artisti circensi, andando a sottolineare i momenti chiave che hanno caratterizzato la loro esperienza di esseri umani e di anime affini.

Edita originariamente in Francia da Les Enfant Rouges con il simbolico titolo La tristesse de l'éléphant, questa vicenda va a esplorare tutte le sfumature emotive che nascono dall'incontro e dalla separazione, esplorando gli aspetti più luminosi e oscuri dei legami affettivi. Quella tra i due bambini è un'amicizia speciale che, maturando nel corso della storia, prenderà strade davvero inaspettate. Le tavole d'apertura aiutano a calare il lettore nel clima del racconto: il protagonista parla delle diverse fasi di un rapporto, anticipando immediatamente che il culmine del legame tra lui e la giovane donna non sarà nel loro incontro ma nel ritrovarsi.

La sorpresa e il gusto della scoperta stanno nel modo in cui, nonostante le condizioni palesemente avverse, i due non si perdono mai d'animo: la loro storia è qualcosa che trascende l'affetto amicale e l'amore dei compagni, brillando con vette di dolcezza e intensità assolute. La trama delineata da Antona calza alla perfezione sui disegni di Jacqmin, come una favola illustrata che riesce a trovare la voce perfetta per essere raccontata davanti al camino o sotto le coperte.

Il circo della vita, anteprima 02

Le parole con cui Louis parla di Clara nelle varie fasi della loro vita sono pesate alla perfezione, così come lo sono i riferimenti visivi e testuali all'elefante (metafora di goffaggine) e alla farfalla (metafora di libertà), due animali che fanno da fil rouge all'interno della storia.

Come spesso accade, l'evoluzione dello status quo non è fonte di una scelta personale ma conseguenza di circostanze esterne che minano la sicurezza del singolo individuo e della coppia. Per questo motivo, ogni forma di stabilità acquisita duramente dai due personaggi è destinata a durare poco, portando ben presto il protagonista a ingegnarsi nel cercare nuovi modi per tener vivo il loro rapporto speciale. La semplicità di Louis e la dolcezza di Clara creano un'alchimia perfetta che rende l'intera vicenda più vicina alla fiaba che alla realtà. Parimenti, la colorazione delle tavole rappresenta uno specchio tangibile della serenità dei due personaggi: brillando di colori vivi e lucenti quando le cose vanno bene, spegnendosi verso i toni grigi quando gli eventi si fanno più cupi.

Il risultato è un racconto onirico per adulti come per ragazzi che permette ai lettori di immergersi nella travolgente tempesta emotiva insita in ogni singola pagina. Come i più abili trapezisti che volteggiano senza rete, gli autori de Il circo della vita si prendono dei rischi creando una storia sicuramente dura da digerire ma altrettanto difficile da dimenticare.

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