Il cavaliere oscuro

Gotham City si ritrova a fronteggiare diverse minacce, tra cui il folle Joker, che ingaggia una lotta senza esclusione di colpi con Batman. Ambizioso ed avvincente, ma non il capolavoro annunciato...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloIl cavaliere oscuroRegiaChristopher NolanCast

Christian Bale,    Heath Ledger, Aaron Eckhart, Michael Caine, Maggie Gyllenhaal, Gary Oldman, Morgan Freeman

scita23 luglio 2008

Cos'è Il cavaliere oscuro? Si potrebbe dire il più importante film supereroistico di tutti i tempi. Anzi, forse il più importante film commerciale di sempre per diverse ragioni. Ma non il più bel blockbuster della storia e, in realtà, neanche del 2008 (primato che attualmente assegno a Hellboy: The Golden Army).
Qual è il problema de Il cavaliere oscuro, quello che lo rende 'soltanto' (si fa per dire, di questi tempi) un buon film e non la pellicola straordinaria di cui parlavano alcune recensioni? Beh, forse il problema è proprio l'eccesso di ambizioni. Christopher Nolan voleva (anche se in alcuni casi, vedi batpod, sembrerebbe che 'doveva') realizzare un prodotto spettacolare e che recuperasse agevolmente i soldi spesi (cosa che, dopo il primo weekend americano, è una garanzia). Ma c'era anche il desiderio di andare oltre i ristretti confini del genere, facendo diventare Il cavaliere oscuro una sorta di pellicola gangteristica-noir moderna, in grado di rivaleggiare non solo con Heat (il prologo iniziale ricorda un po' il film di Michael Mann) e Gli intoccabili (il Joker di Heath Ledger vuole diventare una sorta di Al Capone), ma anche con i vecchi classici del genere, da Il grande caldo di Fritz Lang a Scarface di Howard Hawks, dall'Orson Welles dell'Infernale Quinlan al Melville di Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide, fino al modello supremo del genere, Il padrino. In tutto questo, peraltro, entrano in gioco tante riflessioni sulla moralità, la legge contrapposta all'ordine e in generale la nostra società, che in generale funzionano bene (ma che a tratti rischiano di scivolare nei giochini à la Die Hard 3).

Diciamo subito che, in un panorama fatto di videoclippari senza una minima conoscenza della storia del cinema (e/o l'intenzione di mostrarla), Christopher Nolan andrebbe clonato per il suo valore intrinseco. La realtà è che anche una pellicola sbagliata di questo regista (cosa che certo non è Il cavaliere oscuro) sarebbe più interessante del 95% del materiale in circolazione. Tuttavia, è impossibile non notare come le ambizioni del regista non sempre vengono soddisfatte, magari per ragioni produttive e commerciali. Non per questo mancano le scene straordinarie e di grande impatto. Penso ad un momento con un impiccato, che è decisamente d'effetto e lascia il pubblico a bocca aperta. O (in quello che forse è l'apice stilistico del film) ad un montaggio con diverse morti in parallelo che è assolutamente degno di rivaleggiare con quello presente nella parte finale de Il padrino. E che dire della colonna sonora di James Newton Howard e Hans Zimmer, in grado di passare senza problemi da momenti tenui e malinconici ad altri di grande tensione e decisamente trascinanti? Verrebbe da pensare che l'idea di scrivere uno score in due sia assolutamente consigliabile.  

Ma quello che impressiona maggiormente è l'idea che una pellicola da 180 milioni di dollari possa non solo non essere semplice e scontata, ma tanto complessa e rischiosa. Perché, va detto chiaramente, non è semplice proporre al pubblico di famiglie che riempie le sale per Kung Fu Panda un prodotto che discute seriamente del ruolo del vigilante, che mette in mostra una violenza notevole (e in un certo senso gratuita, come le azioni del Joker) e che in generale è assolutamente oscuro come il suo cavaliere dall'inizio alla fine. Difficile vedere in film del genere scenari da guerriglia urbana così drammatici e pessimistici. Lode a Nolan per averlo fatto.

Dove però il film cala (e dà l'impressione che sia stata costruita male la prima parte e/o ci siano stati dei tagli) è nel finale. Intanto, in una scelta fin troppo ottimistica sulla natura umana, poco in linea con lo spirito del film, così come non è proprio il massimo il batpod (che piacerà sicuramente ai ragazzini) e tante altre spettacolarizzazioni comprensibili, ma non esaltanti. Poi, l'idea di avere non uno, ma due finali sarebbe stata corretta se il secondo non terminasse una storia poco sviluppata e in maniera peraltro affrettata. Non parliamo poi delle 'trovate' per liberare dei prigionieri così importanti, senza dubbio il punto più basso della pellicola.  

Arrivati a questo punto, tuttavia, vi chiederete: e il Joker? Beh, attorno a questo personaggio ci sono alcune delle cose migliori della pellicola. Ma anche alcune poco convincenti. Iniziamo ovviamente dall'interpretazione di Heath Ledger, che sembra sempre sul punto di scivolare nel macchiettistico (diciamo verso l'Al Pacino di Scent of a Woman), ma che poi non cade praticamente mai in questo errore. E se quando è espressamente folle fa impressione, il vero terrore per lo spettatore è quando sembra apparentemente calmo. Personalmente, posso dire che non amo molto questo tipo di personaggi e di interpretazioni, tanto che per me la massima prova di Heath Ledger rimane ancora quella de I segreti di Brokeback Mountain. Ma, una volta che si decide di prendere questa strada espressiva, difficile far meglio di così. Inquietante, peraltro, la somiglianza con Il corvo, anche considerando la tragica fine di Brandon Lee.

Quello che però ad un certo punto diventa irritante (sempre relativamente alla scelta neonoir di un prodotto del genere, nel Batman di Burton sarebbe stato diverso) è tuttavia la sceneggiatura, che rischia di far diventare il Joker una sorta di icona horror poco credibile. Insomma, da solo mette in scacco non solo le forze dell'ordine, ma anche la malavita, è praticamente immortale e con il dono dell'ubiquità, mentre nessuno ha la minima idea di dove si possa trovare, nonostante sia il ricercato numero uno e in teoria migliaia di persone dovrebbero essere sulle sue tracce.
Per il resto, Christian Bale ha il ruolo un po' ingrato dell'apparente protagonista quando invece i riflettori sono da tutt'altra parte, ma d'altronde era capitato lo stesso anche a Michael Keaton. Comunque, se la cava bene e risulta sempre più una scelta azzeccata per il ruolo. Michael Caine si ritaglia uno spazio veramente interessante ed è uno dei personaggi scritti meglio, nonostante lo spazio a disposizione non sia tantissimo. Aaron Eckhart costruisce bene il suo personaggio (e la successiva trasformazione), anche se a tratti sembra troppo monolitico. Peccato invece per Maggie Gyllenhaal, che si ritrova a dover eseguire il classico ruolo della fanciulla in pericolo. Nonostante un paio di scene interessanti, si rimpiange uno sfruttamento migliore (e maggiore) per una delle migliori attrici della sua generazione.

E adesso? Considerando i dati straordinari negli Stati Uniti, è evidente che la Warner ha tutta l'intenzione di arrivare prima possibile al terzo episodio. Possibilità decisamente interessante, perché magari sarà il momento in cui Nolan avrà carta bianca e potrà sfruttare tutto il suo immenso talento di realizzatore/narratore. A quel punto, oltre alle classifiche di incassi, tremeranno anche quelle dei migliori film della storia... 

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