Il Castello Invisibile, la recensione
Il Castello Invisibile affronta i temi della depressione, della solitudine e dell'inadeguatezza attraverso una favola magica
Il Castello Invisibile, la recensione in anteprima. Il film sarà disponibile l'11, 12 e 13 settembre al cinema.
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La trama de Il Castello Invisibile
Dopo un triste episodio che l'ha emarginata dai suoi compagni di scuola, la giovanissima Kokoro passa le proprie giornate chiusa in casa, aspettando il ritorno dal lavoro della madre. Un giorno, sente una voce chiamarla dal suo specchio e, come per magia, ne viene trascinata all'interno. Di fronte a Kokoro si erge quindi un enorme castello, e una ragazzina vestita di rosso con il volto coperto da una maschera da lupo. La ragazzina la invita a entrare e la presenta ad altri sei adolescenti, tutti chiamati al castello per lo stesso motivo. I sette ragazzi dovranno cercare una chiave per aprire una stanza segreta della magione, nella quale potranno esaudire qualsiasi loro desiderio. Ci sono però ovviamente alcune regole da rispettare: innanzitutto hanno un tempo limitato per completare la missione e, nel caso ci riuscissero, dimenticheranno ogni singolo ricordo relativo al castello e agli altri ragazzi. Non possono poi fermarsi per la notte, perché durante quelle ore un enorme lupo famelico si aggira per i corridoi del castello.
Ognuno dei sette ragazzi ha un desiderio da realizzare, e nel corso delle circa due ore di film ci verranno mostrate le vite private, i sogni e le paure di ognuno di loro. Il Castello Invisibile affronta, con un racconto slice of life, temi come il bullismo, il non sentirsi all'altezza e soprattutto la depressione, cercando di non ergersi mai a maestro sulle vittime, ma più a confidente. Purtroppo, esclusa Kokoro e un altro paio dei sette protagonisti, gli altri non hanno una vera e propria evoluzione, e si ritrovano solamente vittima degli eventi e della magia del castello.
Una questione di ritmo
Questo problema di caratterizzazione è forse dovuto anche a un ritmo decisamente troppo lento che, per i primi due atti del film si prende ogni singolo istante per raccontare con calma sia la vita attuale che il passato dei protagonisti. La vita al castello prosegue sciapa e tra un dialogo soporifero e una discussione accesa, non sembra mai prendere una direzione convinta. L'unica grossa eccezione è appunto nella vita di Kokoro, i suoi momenti sono quelli più interessanti e ovviamente i più utili al fine del racconto.
Poi ad un certo punto all'inizio del terzo atto, il film di Hara sembra accorgersi che mancano solo 30 minuti e decide di accelerare a tavoletta. Vengono quindi sbattute in faccia allo spettatore tutte le risposte alle domande piazzate nella prima metà, e gli eventi prendono una piega fantasy thriller che ci si poteva aspettare molto prima. Posso solo supporre che il problema di ritmo sia dovuto ai diversi tempi del romanzo, che purtroppo a schermo non funzionano allo stesso modo.
Il Castello Invisibile affronta i temi della depressione, della solitudine e dell'inadeguatezza attraverso una favola magica perdendosi però nelle piccole cose. La differenza netta tra il ritmo dei primi due atti e la velocità dell'ultimo, lasciano il film di Keichi Hara nel limbo dell'ordinario, senza elevarlo all'indimenticabile. Buona la colonna sonora e lo stile d'animazione, simile ad altri lavori di A-1 Pictures.
Nonostante questo, è bene sostenere l'uscita in sala de Il Castello Invisibile, per fare in modo che l'animazione giapponese abbia il suo spazio anche nel nostro paese. Il film di Keichi Hara sarà in sala per tre giorni, l'11, 12 e 13 settembre, sempre per l'eccellente lavoro di Anime Factory.