Il Castello Errante di Howl

Nicolò ha visto in anteprima al Future Film Festival di Bologna il nuovo film di animazione di Hayao Miyazaki, in uscita da noi il 2 Settembre 2005.

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di Nicolò, aka Gwahir

Dopo il superbo “la principessa Mononoke” e l’altrettanto eccezionale “La città incantata”, premiato agli Academy Awards 2003 come Miglior film di animazione, esce la nuova opera del maestro Hayao Miyazaki che, con il suo stile inconfondibile, porta sullo schermo la fiaba scritta da Dyane Winne Jones negli anni ottanta.
In due ore lo spettatore si immerge in un mondo fantastico che affascina e rapina gli occhi per il suo splendore, per la varietà di ambientazioni, dei personaggi principali e per l’incredibile fantasia che traspare da ogni singola inquadratura.
Quello che colpisce e affascina nell’opera del maestro è, come di norma, la superba tecnica che sfocia in vera e propria poesia visiva accoppiata ad una maturità di tematiche davvero esaltante.

Sophie, una ragazza dalla vita monotona, lavora in un negozio di cappelli ereditato dal padre.
Un giorno, durante uno dei suoi pochi giri per la città natia, incontra due soldati malintenzionati e viene magicamente salvata da Howl, un mago conosciuto da tutti come individuo assai pericoloso per la sua incredibile bellezza e capacità di rubare i cuori delle ragazze.
Per questo incontro Sophie viene punita dalla Strega delle Lande Desolate che, gelosa, la condanna ad essere sempre brutta e vecchia.
Nel suo viaggio per allontanarsi dalla città Sophie rivedrà Howl e il suo strambo castello, conoscerà i suoi compagni di vita e, alla ricerca di un contro incantesimo per se stessa, finirà per innammorarsi dello stesso Mago.

In un continuo intreccio di sequenze emozionanti, Myazaki introduce tematiche profonde, familiari allo stesso autore, trattandone alcune tuttavia con un diverso punto di vista rispetto alle precedenti opere, ed introducendone una nuova non solo alla sua narrativa, ma più in generale all’ambito cinematografico odierno: la Vecchiaia.
In una particolare sequenza, ossia quando Sophie si avventura nelle Lande Desolate alla ricerca del contro incantesimo, viene introdotta una profonda riflessione sulla terza età ; il film stesso diventa una descrizione di tutti gli aspetti della vecchiaia: la fatica, i dolori, la frustrazione per non poter fare determinate cose, tutto ciò viene descritto senza dimenticare quello che è il lato piu bello ed emozionante: lo spirito appacificato con cui si osserva il mondo, in modo saggio, consapevole di aver oltrepassato l’età delle passioni e delle agitazioni.
Magistrale a riguardo è la breve sequenza di Sophie vecchia seduta di fronte al lago, persa nel guardare la bellezza del paesaggio di fronte a se, e mai cosi serena in tutta la sua vita.

Sophie era una ragazza di 18 anni, ma era vecchia dentro: solo tramite un incantesimo che la trasforma effettivamente in anziana riesce a compiere il suo viaggio e a guarire in tutto e per tutto dalla maledizione, non rifiutando mai la bellezza e la pace della vecchiaia, seppur costellata di difficoltà .

A questo scenario intimo e familiare si contrappone, solo sullo sfondo, la guerra e la sua terrificante presenza: gli uomini si combattono continuamente causando grandissimi numeri di vittime, utilizzando enormi navi volanti e giganteschi zeppelin di metallo con ali somiglianti ad uccelli. Le bombe intelligenti, autonome, vive, vengono sganciate a grappolo e distruggono tutto ciò che incontrano sulla loro traiettoria.
Myazaki,a differenza di precedenti opere, lascia questo tema come sfondo, ottendendo un risultato di tale potenza da rimanerne assolutamente ammirati: la guerra, seppur inizialmente vista da lontano, entra da tutte le parti influenzando la vita, le avventure e gli avvenimenti in maniera decisiva: lo stesso Howl, mago che vuole essere libero e vivere in pace, viene regolarmente coinvolto in azioni di guerra, non schierato ne da l’una ne dall’altra parte, e partecipa a combattimenti dallo scenario apocalittico.
Non si sfugge alla guerra, parto malato della follia degli uomini (come lo stesso Miyazaki ci vuol dire), e in un modo o nell’altro si viene coinvolti e travolti.

In tutto questo si sviluppa la storia d’amore tra Sophie, la ragazza-vecchia che si crede brutta, e Howl, mago narciso capace quasi di suicidarsi per un errore nella tintura dei capelli, di dire: “se non sei bello che senso ha vivere”, ma che oltre ad una ingannevole bellezza esteriore in realtà nasconde segreti incantevoli nella sua anima.

La rappresentazione di una storia cosi intima, calda, semplice e famliare travolta da eventi piu grandi dell’uomo e dello stesso mago emoziona per la sua sincerità e bellezza.
Sono le piccole cose, i particolari stessi, a farti provare determinate sensazioni: un verso roco e stanco di un buffo cane molto vecchio di nome Heenan, un semplice piatto di uova e bacon preparato da Sophie per colazione, il sorriso di un bambino per il ritorno a casa del suo papà adottivo, la simpatia di un demone del fuoco, Calcifer, sempre pronto ad ironizzare; tutte queste cose danno un quadro ospitale, caldo e familiare che non può non far sorridere, non può non emozionare.

Se poi a tutto ciò si aggiunge una maestria eccezionale nel disegnare interni assolutamente perfetti, sfondi di paesaggi incredibili, cupi o sgargianti a seconda dei casi, creature e marchingeni allucinanti ma splendidi nella loro concezione, allora si avrà davanti agli occhi un’opera grandiosa,come a tutti gli effetti è Il castello errante di Howl.

In conclusione è davvero incredibile come Hayao Miyazaki in venti anni e passa di carriera non abbia mai offerto prodotti che non fossero di qualità eccezionale; la sua capacità di tradurre l’incredibile fantasia che lo caratterizza in pura poesia per gli occhi coadiuvata ad una grande maturità di significati lo rende un vero e proprio genio, capace sempre di emozionare le persone, grandi o piccole, con le sue favole.

Nicolò

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