Il Castello delle Stelle vol. 2: I Cavalieri di Marte, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume de Il Castello di Stelle, opera di Alex Alice

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Non sapevano che fosse impossibile, allora l’hanno fatto.

Le Château des étoiles, anteprima 01

C’è stato un periodo in cui l’uomo ha iniziato a credere che nulla gli fosse precluso: cavalcando l’onda lunga del progresso scientifico, innumerevoli sono stati i successi che hanno contraddistinto la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo. Lo spirito positivista ha caratterizzato quei decenni di grande sviluppo, durante i quali la curiosità dell’umana gente è stata ampiamente appagata da conquiste in tutti gli ambiti dello scibile.

In un’epoca in cui si guardava al futuro fiduciosi, un gruppo di scienziati è stato impegnato a dimostrare l’esistenza dell’Etere, tra cui l’esploratrice Claire Dulac, l'ingegnere suo marito Archibald e il figlio Séraphin. L’incredibile impresa ha però diviso la famiglia Dulac, la quale, suo malgrado, è finita al centro di un intrigo internazionale che ha coinvolto potenze mondiali quali la Prussia, la Francia e la Gran Bretagna, tutte impegnate in una corsa allo spazio decisiva per la supremazia sulle dirette rivali.

Comincia così la fantastica avventura narrata da Alex Alice ne Il Castello delle Stelle, romanzo grafico presentato in Italia da Oscar Ink e giunto lo scorso dicembre alla pubblicazione del secondo volume, intitolato I Cavalieri di Marte. Proprio il Pianeta Rosso diventa l’obiettivo di Séraphin, Sophie e Hans, giovanissimi viaggiatori che, dopo aver conquistato la Luna, sono pronti a poggiare i propri piedi sul suolo marziano.

Senza paura di essere smentiti, possiamo affermare che sono poche le opere che possono vantare la costruzione formale e la ricchezza di contenuti de Il Castello delle Stelle, appassionante space opera figlia della fantascienza tipica degli anni ’60 ambientata nella fervida Europa tardo-ottecentesca che conferisce un tono steampunk alla vicenda. La struttura narrativa di questo fumetto convince per come vengono sapientemente mescolate le singole parti in un crescendo scandito da continui colpi di scena: gli intrighi, gli inseguimenti e i tradimenti si susseguono elettrizzanti senza soluzione di continuità, mentre sullo sfondo si addensano minacce sempre più pericolose.

Le Château des étoiles, anteprima 02

Non è solo in questa invidiabile fusione che va ricercato il successo dell’opera: fondamentale il lavoro compiuto da Alice sui personaggi e sulla loro umanità, elemento centrale per la storia. Mossi da motivazioni varie (e discutibili), i protagonisti si fanno portatori delle molteplici emozioni umane: sete di potere, spirito di sacrificio, sapere scientifico e gusto per l'avventura. Ognuno mostra caratteristiche perfettamente riconoscibili e appassionanti; in particolare, l’attenzione viene catturata da giovani adulti al centro di un importante percorso di crescita, che emerge prepotente scandito da tutte le problematiche e le contraddizioni tipiche della loro età.

Come il suo predecessore, anche questo volume è un’esperienza coinvolgente che reclama il suo tempo di lettura, vista la grande quantità di atmosfere e suggestioni che propone. Non si può passare alla pagina successiva senza remore se prima non si è dedicata una particolare attenzione ai molteplici dettagli che Alice dissemina in ogni vignetta, all’affascinante mitologia e ai sublimi paesaggi esotici. Con la delicatezza del tratto e delle colorazioni pastello che richiamano le atmosfere sognanti di Hayao Miyazaki, il fumettista francese ci offre una prova eccellente, in cui tutti gli elementi formali del disegno e della narrazione concorrono alla creazione di un affresco unico nel suo genere.

Il consueto apparato redazionale posto in chiusura ci accompagna dietro le quinte del progetto, mostrandoci interessanti approfondimenti sullo studio dei personaggi e sul loro ricercato character design.

I Cavalieri di Marte riesce nel difficile compito di alimentare la già elevata qualità dell’opera, qualcosa che, prima di aprire questo volume, ritenevamo impossibile.

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