Il cassetto segreto, la recensione - Berlinale 2024

A seguito della morte di suo padre Costanza Quatriglio gira Il cassett segreto, un documentario sulla presenza tramite i materiali

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Il cassetto segreto, il documentario di Costanza Quatriglio presentato nella sezione Forum della Berlinale

Nel momento in cui è morto il padre di Costanza Quatriglio è iniziato questo documentario che non parla della morte in sé, né dell’elaborazione da parte della figlia del lutto, semmai parla di qualcosa di più complicato e sofisticato, cioè della permanenza delle immagini di fronte all’assenza causata dalla morte. Giuseppe Quatriglio non c’è più ma rimane un archivio grandissimo di fotografie di una vita da giornalista e scrittore, i contatti con le grandi personalità della cultura siciliana e reportage, indagini, storie e resoconti, ma anche proprio artefatti del Novecento siciliano. Quell’archivio, visto oggettivamente, è una miniera che sopravvive al defunto e va organizzato per essere conservato, ma visto soggettivamente è la cosa che rimane di un uomo la cui attività, lo capiamo nel documentario, per molti versi coincideva con la sua essenza.

Il cassetto segreto è insomma un film che vuole lavorare attraverso la memoria dell’audiovisivo, pieno di immagini d’epoca, foto e tutto quello che l’archivio contiene, ma anche di immagini girate oggi che mostrano Costanza Quatriglio lottare per trovare un ordine alle carte e un senso alla scomparsa. Purtroppo il film è però in questo senso lungo e monco al tempo stesso. Non ha la forza narrativa né le cose da raccontare per riempire le sue due ore e dieci (una durata eccezionale per qualunque documentario) e dall’altro lato non riesce mai a farsi forza della componente autobiografica.

L’affetto e la partecipazione della regista non passano mai. E questo nonostante lei parli in prima persona, usi la sua voce narrante, esibisce ricordi con il padre, foto di se stessa da piccola e si metta in mezzo al racconto. Il lato personale di tutti quei ricordi molto raramente si scontra con la testimonianza oggettiva fornita dalle immagini. Sono anni che le idee di Pietro Marcello sulla contaminazione delle immagini girate oggi per i film, e quelle d’epoca girate da persone sconosciute, hanno cambiato una parte del cinema italiano, Il cassetto segreto ha la possibilità di fare la stessa cosa ma non con immagini di persone sconosciute, quanto con immagini vicinissime alla regista del film stesso, perché questa grande storia raccontata dai materiali è anche la storia di Costanza Quatriglio, tuttavia lo stesso siamo molto lontani dal farne scaturire un senso. Una lunga parte terminale prolissa e priva anche del mordente del materiale d’archivio è poi il colpo finale.

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