Il caso Yara - oltre ogni ragionevole dubbio: la recensione

Il caso Yara - oltre ogni ragionevole dubbio è pensato per instillare il dubbio, se tale dubbio sia lecito o meno è invece tema per un altro dibattito

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Dal team di SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano arriva oggi su Netflix, martedì 16 luglio, Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio, docuserie in 5 episodi scritta da Gianluca NeriCarlo G. Gabardini ed Elena Grillone che cerca di ricostruire la complessa vicenda dell'uccisione di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre del 2010 a Brembate di Sopra, sulla strada che portava dalla palestra che frequentava alla sua abitazione, per il cui omicidio è stato condannato in primo grado, il 1° luglio 2016, in appello, il 12 ottobre 2018 ed infine in Cassazione, il 16 febbraio 2024, Massimo Bossetti, un muratore di Mapello individuato dopo un'indagine lunga e complessa, che ha costituito un primato nel nostro paese per le modalità con cui si è svolta.

Il caso Yara ed il ragionevole dubbio

Fin dalle prime battute è evidente come Il Caso Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio sia destinato a sollevare un ennesimo polverone su una storia che, almeno per quanto concerne la Giustizia, si è chiusa - dopo ben 14 anni - a febbraio di quest'anno con la sentenza di Cassazione.

Perché quindi questa docuserie? Perché non sempre verità processuale ed assoluta corrispondono ed il dubbio in questo caso sembra imperare. Almeno questa appare essere l'opinione delle molte voci che intervengono nelle 5 puntate del documentario di Netflix, compresa quella di Bossetti ed esclusa invece quella della famiglia di Yara che, come ha sempre fatto da quel 26 novembre, si è stretta anche in questa circostanza in un rispettoso riserbo, cercando di sfuggire al clamore mediatico che il caso ha sollevato.

Come mostrato in Il Caso Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio non vi è dubbio che vi siano stati degli errori e delle falle da parte della Procura, che hanno inevitabilmente alimentato il clima di sfiducia nei confronti degli inquirenti e della loro buona fede nel gestire l'indagine sulla morte di Yara, dalle incomprensibili montature preparate ad arte per la stampa e date in pasto al pubblico come prove certe ad errori macroscopici come quello che ha portato gli inquirenti a realizzare di aver confrontato DNA sbagliati al fine di individuare Ignoto 1. Da qui alla conclusione che tutta l'indagine fosse completamente compromessa e nemmeno la prova principe del caso, quella del DNA che ha condannato Bossetti fosse affidabile il passo - almeno secondo la docuserie - è brevissimo, il che potrebbe aprire la strada ad una strategia del dubbio pericolosa, che potrebbe essere applicata indistintamente a qualsiasi caso. Al netto degli errori commessi durante le indagini, non vi sono infatti basi giuridiche per asserire che gli esami del DNA sui vestiti di Yara fossero compromessi o sbagliati. Perché allora non ripeterli? A parte la questione della compromissione dei reperti, a cui faremo cenno più avanti, la risposta potrebbe essere semplice quanto terribile, perché la giustizia non lo prevede e perché ci devono essere delle valide ragioni legali per ripeterli, ragioni che in questo caso non c'erano.

D'altronde, suggerisce Il Caso Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio, in un'indagine nella quale sono state usate provette scadute per analizzare il DNA e persino Letizia Ruggeri, la sostituta procuratrice che si è sempre occupata del caso, è indagata per frode processuale e depistaggio, tutto sembra essere possibile. Sebbene non ci sia ancora una sentenza circa le accuse rivolte alla Ruggeri da parte di Bossetti, la ragione del contendere è legata a ciò che avrebbe impedito alla sua difesa di ripetere gli esami del DNA che lo hanno condannato, dopo che ben 54 provette contenenti le tracce biologiche dell'uomo e di Yara furono trasferite dal frigorifero del San Raffaele di Milano all’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Bergamo su disposizione della procuratrice, impiegando 12 giorni per arrivare, con un'interruzione della catena del freddo che, secondo i legali di Bossetti, avrebbe deteriorato il materiale rendendolo inutilizzabile al fine di nuove analisi. Ma attenzione, sebbene i difensori di Bossetti contestino quanto sopra, non è per questo che la Cassazione ha scritto la parola fine sul procedimento, ma "più semplicemente" (si fa per dire, considerate le circostanze), perché l'analisi dei reperti "deve ritenersi irrevocabile, valida, vigente, intangibile e non può essere in alcun modo discussa".

L'accanimento della stampa e le risposte non date

Nonostante ne Il Caso Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio la stampa venga spesso definita un "male necessario", è evidente anche come la docuserie sia critica nei confronti di un atteggiamento definito spesso troppo aggressivo da parte di certi giornalisti, sia nei confronti della famiglia Gambirasio che in quelli della famiglia Bossetti, anche se allo stesso tempo vengono usate tecniche narrative abbastanza discutibili, come quella che sovrappone la voce di un Bossetti che si professa, piangente, innocente, alle immagini dei funerali della giovane Yara.

Più difficile, e non è nemmeno nostro compito, dare poi giudizi morali su Bossetti, intervistato nell'arco della docuserie, anche se saltano agli occhi dichiarazioni discutibili, come quando si permette di criticare la famiglia Gambirasio per aver scelto di non essere sempre presente in aula, asserendo che, se avessero ucciso uno dei suoi figli, lui non avrebbe saltato un'udienza. Ma che ci sia un atteggiamento più permissivo nei confronti di Bossetti che di tutti coloro che sono stati coinvolti in questo caso è piuttosto evidente, come si evince per esempio dalla scelta di non fare certe domande scomode a lui o alla moglie, a cui non si chiede per esempio conto delle intercettazioni avvenute durante un colloquio in carcere, in cui Bossetti chiese alla moglie di disfarsi di alcuni coltelli ritrovati in casa o come quando si parla dell'assenza di un movente, come se l'esistenza di un movente fosse una condicio sine qua non per ottenere una condanna.

Il Caso Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio è pensato per instillare il dubbio nel pubblico e sicuramente riesce magistralmente nel suo intento, se tale dubbio sia lecito o meno è invece tema per un altro dibattito.

Il caso Yara - oltre ogni ragionevole dubbio è disponibile su Netflix da martedì 16 luglio 2024.

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