Il Blu-Ray Disc di Stand By Me

Il classico di Rob Reiner tratto dal racconto di Stephen King arriva in alta definizione con un imperdibile edizione speciale di ottimo livello tecnico...

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Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono – le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori (...) Avevo dodici anni – quasi tredici – la prima volta che vidi un essere umano morto. Successe nel 1960, tanto tempo fa...anche se a volte non mi pare così lontano. Soprattutto la notte quando mi sveglio da quei sogni in cui la grandine cade nei suoi occhi aperti.

Il Corpo, Stephen King, 1982 (contenuta in “Stagioni Diverse”)

Spesso si sente dire che i grandi artisti sono soliti dedicare tutta la loro esistenza a rielaborare un unico, fondante tema che viene di volta in volta proposto, o camuffato, all'interno delle loro opere. Per lo scrittore di Bangor citato in apertura, sarebbe scontato dire che è l'orrore la base delle sue vicende. Scontato, ma non errato, anche se è lo stesso autore ad affermare che questo non è il solo focus dei suoi elaborati. L'horror di Stephen King va circostanziato. Il suo è un orrore che, abitualmente, va a mettere a dura prova persone del tutto ordinarie che si trovano coinvolte un circostanze straordinarie. Un letale virus pandemico come nell'Ombra dello Scorpione. Il rimanere ammanettati ad un letto dopo un torbido gioco erotico del Gioco di Gerald. Un misterioso negoziante che ha sempre quello di cui hai bisogno e che, per concedertelo, non vuole mai dei soldi, ma solo dei piccoli piaceri come in Cose Preziose.

Eppure, molto spesso, Stephen King è riuscito a dare il meglio di sé in quelle storie malinconiche e profondamente personali in cui viene raccontata l'infanzia o quella che lui definisce l'autunno dell'innocenza, quello stadio liminale che, prima o poi, tutti noi dobbiamo affrontare passando dall'adolescenza all'età adulta. Una stagione in cui le paure dei mostri che vivono sotto il letto, dei fantasmi e delle aberranti creature che vivono nella nostra stanza nel buio della notte dalle quali possiamo difenderci solo coprendoci sotto le trapunte, vengono sostituite da roba ben più prosaica come l'arrivare a fine mese, il pagare le tasse e fare la spesa al supermercato. Il racconto Il Corpo, contenuto nella raccolta Stagioni Diverse e arrivato sul grande schermo nel 1986 grazie a Rob Reiner e al suo Stand By Me, parla proprio di questo. Racconta di come, nella fine dell'estate del 1959 (il 1960 nel film) un gruppo di quattro amici per la pelle siano, per la prima volta, entrati in contatto con un fattore della vita come la morte con cui, prima o poi, avremo tutti a che fare.

Non può essere considerato anche questo come una sorta di orrore, solo declinato in chiave più realistica e, per questo, ancora più spaventosa? E' curioso notare come ben tre dei quattri racconti lunghi, o romanzi brevi (sulla questione è lo stesso King a dedicare una divertente ed aneddotica post-fazione presente anche nell'edizione italiana edita da Sperling & Kupfer), presenti in Stagioni Diverse, oltre a non trattare quell'orrore sovrannaturale che, per alcuni, etichetta in maniera indelebile le opere dello scrittore statunitense, siano stati adattati con risultati molto lusinghieri per il grande schermo: oltre a Stand By Me di Reiner abbiamo quelle Ali della Libertà di Frank Darabont che, da anni, si alterna al vertice della classifica dei 250 film più amati dagli utenti di Imdb (tratto dal racconto Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank) e Un Ragazzo Sveglio da cui Bryan Singer ha tratto il suo L'Allievo, una lucida analisi, forse un po'troppo poco audace se paragonata alla pagina scritta, sull'ingannevolezza del Male che tenta di celare la sua identità, magistralmente interpretata da Brad Renfro e da uno Ian McKellen semplicemente perfetto nei panni dell'ex gerarca nazista Kurt Dussander.

Reiner dal canto suo, seppur entrato di diritto nell'immaginaio collettivo con la sua commedia sentimentale Harry ti Presento Sally e con il court drama Codice D'Onore, senza dimenticare il troppo spesso sottovalutato fantasy La Storia Fantastica, ha il merito di aver portato al cinema due ottimi adattamenti kinghiani, il qui presente Stand By Me e quel Misery Non Deve Morire che valse a Kathy Bathes il doppio trionfo degli Oscar e dei Golden Globes nel 1991.

Con Stand By Me, Reiner è riuscito a riportare sul grande schermo, pur con alcune doverose differenze rispetto al racconto, tutta la malinconia che trasuda da ogni pagina scritta da King. I 4 giovani protagonisti hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale in tutto questo. Wil Wheaton (si, proprio l'eterno rivale di Sheldon Cooper), River Phoenix, Jerry O'Connell e Corey Feldman. Un casting benedetto da una qualche divinità o musa protrettrice della settima arte. Nelle loro interpretazioni c'era tutta la paura, la sensazione di smarrimento data dal ritrovarsi gettati in un mondo che cominciava a presentare delle sfide e delle regole del tutto nuove e differenti da quelle dell'infanzia. La vita se ne sta li, in un angolo, pronta a metterci di fronte a battaglie sempre più dure e terrificanti. Un padre, come quello di Gordon, che si disinteressa del proprio figlio, un mondo che è pronto ad etichettarti solo perché provieni da una famiglia di criminali e alcolizzati fregandosene di quanti tu valga come persona come accade al Chris Chambers di River Phoenix. E non si sa mai quando arriverà il montante che rischerà di mandarci al tappeto; forse può accadere in una normale mattinata in cui si è ormai adulti, sposati con prole e, dalla lettura di un giornale, scopriamo che uno dei nostri più cari amici d'infanzia è morto accoltellato nel tentativo di sedare una rissa. E le vite fuori dallo schermo dei protagonisti, ormai cresciuti o prematuramente scomparsi come River Phoenix, di Stand By Me non fanno altro che confermare che spesso le parole scritte con l'inchiostro, le vicende raccontate grazie al nitrato d'argento e la vita di tutti i giorni possono sovrapporsi rendendo difficile afferarne i rispettivi e sfumati contorni.

Stand By Me viene ora proposto in un'edizione speciale in Blu Ray Disc che, dal punto di vista tecnico, presenta un transfer eseguito in maniera realmente intelligente. Piuttosto che andare a incidere su quell'atmosfera soft tipica della fotografia di molti film anni ottanta incrementando il contrasto o la nitidezza, Sony ha optato per un'operazione di rimasterizzazione che non nasconde gli anni del film, ma che resta comunque in grado di portarlo a nuova vita garantendo colori vibranti e vivi, assenza di rumore video, una buona profondità di campo e delle ottime texture. Un comparto video che solo nelle scene buie dimostra qualche piccola pecca.

L'audio non fa gridare al miracolo dato che tende a focalizarsi sui canali centrali, ma è un difetto di poco conto considerato che si tratta di un film basato principalmente sui dialoghi e sul commento sonoro.

Molto interessanti gli extra, che comprendono:

  • 25 anni dopo: un commento retrospettivo picture in picture con Rob Reiner, Wil Wheaton e Corey Feldman.

  • Commento audio del regista

  • Camminando sui binari: l'estate di Stand By Me (36'46''). Un interessantissimo approfondimento sul film e sul romanzo, con interventi del regista, di Stephen King e dei membri del cast

  • Video Musicale Stand By Me

 

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