Iceman #1, la recensione

Abbiamo recensito per voi Iceman #1, albo ResurrXion scritto da Sina Grace per i disegni di Alessandro Vitti

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Iceman #1, anteprima 01

In un ipotetico derby tra le testate di gruppo e quelle individuali appartenenti al rilancio mutante di ResurrXion, il vantaggio inizierebbe ad arridere alle seconde. Almeno finora, tra quelle corali soltanto X-Men: Gold sembra distinguersi per qualche scintilla che innalzi la serie al di sopra delle aspettative, mentre a quelle individuali, che vantavano una buona partenza con Jean Grey, si aggiunge l’inaspettata e piacevole sorpresa di Iceman.

Le coordinate di partenza: com’è facile intuire dal titolo, Iceman narra le avventure in solitario dell’X-Man originale Bobby Drake, o meglio della sua versione adulta (la sua versione giovanile si dà da fare sulle pagine di X-Men: Blue, ma come vedremo scorrazza anche sulle pagine di questa serie). Resta da vedere cosa si intenda per “avventure”, perché almeno a giudicare da questo primo numero, la ripartizione dei tempi e delle tematiche pende decisamente a favore dell’introspezione e delle vicende personali e a svantaggio dell’azione e delle venature supereroistiche. E in verità, questo sbilanciamento è una piacevole sorpresa.

Non aveva moltissimo materiale di qualità su cui lavorare lo sceneggiatore Sina Grace: l’Uomo Ghiaccio è sempre stato, salvo rare eccezioni, la “spalla comica” che aveva il compito di alleggerire le situazioni e le dinamiche di gruppo degli X-Men con battute e situazioni leggere. Il più grande sviluppo caratteriale degli ultimi anni si doveva a Brian Michael Bendis, che nel suo ciclo di storie sui Nuovissimi X-Men faceva affiorare l’omosessualità della versione giovanile di Bobby, costringendo anche la sua controparte adulta ad affrontare questa verità finora sottaciuta. Ed è da qui che parte la serie.

Iceman #1, anteprima 02

Non è una bella vita quella che conduce Bobby Drake al momento. Non disastrosa, ma nemmeno facile. Nell’arco del primo numero, senza strafare nei toni drammatici, Grace infligge al povero Bobby una triplete di grattacapi più che sufficienti a sottolineare che in realtà avrebbe ben poco da ridere.

Per prima cosa, l’Uomo Ghiaccio adulto è costretto a confrontarsi quotidianamente con il suo alter-ego giovanile, che a quanto pare, pur avendo la metà dei suoi anni, ha imparato a vivere con molta più accettazione e disinvoltura la sua omosessualità di quanto non faccia il Bobby adulto, che invece muove molto timidamente i suoi primi passi su questo percorso affidandosi timidamente a un sito web per incontri.

La sorte rincara la dose infliggendo un duro colpo sul fronte familiare, facendo accorrere Bobby all’ospedale per un infarto che ha rischiato di stroncare suo padre. L’uomo sembra essere fuori pericolo, ma è l’occasione per mettere il protagonista di fronte a un tema molto doloroso quale il rischio della perdita dei propri cari e per riaprire e approfondire il rapporto di Bobby Drake con la sua famiglia.

Qui Grace fa un altro ottimo lavoro, rielaborando e rendendo più realistico e verosimile il difficile legame tra Bobby e i suoi. Negli anni 90, la non accettazione della sua natura mutante da parte dei genitori aveva scavato un solco tra Bobby e la sua famiglia (un tema che è stato ripreso brevemente anche nella versione cinematografica degli X-Men), ma la metafora era ben poco sottile e i genitori di Bobby apparivano come ottusi bigotti pronti a rinnegare il figlio e dotati di ben poca umanità.

Iceman #1, anteprima 03

Ora le cose sono più realistiche, e anche se i rapporti sembrano comunque rimasti lontani (i contatti sono talmente sporadici che Bobby non sa nemmeno che la sua famiglia abbia cambiato casa), i due genitori sembrano ora avere accettato, anche se senza troppo entusiasmo, il ruolo di supereroe e di mutante di Bobby, e i rapporti sono molto più realistici e verosimili, vicini a quello che ci si aspetterebbe da una famiglia reale e comunque basata su valori positivi.

È con una certa calcolata crudeltà che dopo questa improvvisa “apertura”, Sina Grace - omosessuale dichiarato - rincara la dose rivelando che i genitori di Bobby hanno imparato ad accettare la sua natura di supereroe mutante ma sono ancora totalmente all’oscuro di quella  gay: alla caduta di un pregiudizio, insomma, se ne aggiunge un altro, stavolta non tanto basato sull’ostilità, quanto sull’impossibilità del giovane di aprirsi.

Insomma, come si diceva in apertura, Bobby Drake ha ben poco da ridere: quindi improvvisamente assume una dimensione stoica e quasi eroica il suo voler continuare a mantenere il buonumore e l’ironia nonostante una vita che sembra girare inesorabilmente per il verso sbagliato, e così lo sceneggiatore compie un piccolo miracolo, trasformando quella che poteva sembrare la superficialità o la mancanza di profondità di un personaggio in una reazione, o per voler usare un termine psicologico più tecnico, una “compartimentalizzazione” dei suoi problemi che ci mostra improvvisamente un Uomo Ghiaccio più vulnerabile, ma sicuramente più sfaccettato e profondo.

Iceman #1, anteprima 04

Da questo punto di vista si dimostrano valide e funzionali le tavole di Alessandro Vitti: una sceneggiatura che punta tutto sui personaggi e sull’introspezione richiedeva una certa perizia soprattutto nella gestione dei volti, delle espressioni e della gestualità; e ogni cosa mette in giusta evidenza il tema portante della storia, dall’irruenza esaltata della versione giovanile di Bobby alla normalità/distacco/appartenenza a una generazione lontana dei suoi genitori, al sorriso amaro ma ostinato che il Bobby adulto sfoggia di fronte alle sfide quotidiane.

In tutto questo sembra - anzi, sicuramente è - una parentesi di importanza limitata l’imprescindibile scena d’azione che spezza il ritmo a metà della storia e che vede Bobby affrontare uno dei Purificatori fare irruzione nell’ospedale dove è ricoverato il padre. Siamo pur sempre nell’Universo Marvel, e le vicende personali sono legate a doppio filo alla dimensione supereroistica, ma una volta tanto è piacevole vedere che la seconda funge da supporto e da scenario di sottofondo per le prime, e non viceversa.

Per prudenza sarà lecito presumere che negli sviluppi futuri della serie l’aspetto supereroistico sia destinato ad avere spazi anche maggiori, ma fintanto che la crescita del personaggio sarà gestita con la cura e l’accortezza dimostrati in questo primo numero, la tentazione di dare fiducia al team creativo è molto forte. Non ci saranno universi da salvare, cospirazioni mondiali da sventare o linee temporali da proteggere, ma il viaggio di crescita personale di Bobby Drake è decisamente partito con il piede giusto e merita di essere seguito.

Iceman #1, anteprima 05

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