I soliti idioti - la seconda recensione
Un'orribile commedia che ripete per quasi 70 minuti "Dai cazzo!". Dal superiore show tv di Biggio & Mandelli, un film che non rende onore al simpatico duo comico...
La comicità è una cosa seria. Quindi siamo seri: dovrei ridere perché per 70' dei 90' minuti del film un ammorbante padre supertrucido con voce alla Enzo Salvi e make-up alla Jason Voorhees di Venerdì 13 dice "Dai cazzo" e prende a male parole il figlio ebete di nome Gianluca?
Così, per la regia del fedele Enrico Lando già al timone nel passato televisivo, il film dallo show tv si limita a essere In viaggio con papà di Carlo Verdone con più parolacce e meno risate. Padre e figlio De Ceglie (il padre Ruggero è volgare e ricchissimo; il figlio Gianluca sensibile e imbranato) partono alla volta di Roma il giorno del matrimonio del rampollo perché papà ha scommesso un euro (riferimento al dollaro di Una poltrona per due) sul fatto che il figlio riesca a portarsi a letto una modella bona che vive nella capitale.
In poche parole non succede niente e, forse per copiare un po' troppo Checco Zalone, Mandelli & Biggio fanno sì che il cattivo e politicamente scorretto Ruggero sia trattato con grande indulgenza da penna e macchina da presa non avendo mai un momento di fragilità o umanità. Tutti i tormentoni dello sketch “Father & Son” sono ribaditi senza slancio con doppia razione di quantità: “Dai cazzo!”, “Fiodena”, “Sei il capolinea dell'umanità”, “Che cazzo voi?”, “Nun te se solidifica il pongo?”, “C'hai i minipony nel culo” e così via. Dopo 20 minuti vorresti gridare: "Abbiamo capito!". Dov'è la cattiveria e la provocazione dello show tv? Qual è la differenza tra Mandelli & Biggio e qualsiasi altra commediaccia italiana che strumentalizza sessualmente la donna (qui la bona è Madalina Ghenea), rende la pigrizia intellettuale vanto estetico e propone battutacce fuori dal tempo?
I Soliti Idioti manca completamente di ritmo e guizzi di ingegno. Di “cazzo” ne avrete in abbondanza. Forse è il film italiano in cui si pronuncia più spesso la parola. Complimenti. Era questo l'obiettivo?