I segreti di Osage County, la recensione
Sembra uscire dal passato invece è perfettamente moderna questa tragedia teatrale che al cinema diventa un dramma tutto assenza di eventi e attori reinventati...
In questo script adattato e tratto dal proprio dramma teatrale dalla medesima autrice dal medesimo autore di Killer Joe (Tracy Letts) c'è subito un elemento di indescrivibile potenza drammaturgica che John Wells (regista di molta dell'ottima televisione degli ultimi anni) sfrutta, moltiplica e declina perfettamente lungo tutto il film: in una famiglia del centro degli Stati Uniti, per bene, medio borghese e in tutto e per tutto comune, il membro più anziano (madre e nonna) è una drogata che nondimeno, nonostante cedimenti e crisi da junkie, riesce a mantenere con pugno di ferro il dominio sulle vite e i rapporti tra le figlie e quelli che queste stringono con i rispettivi familiari. Lei è Meryl Streep.
L'evento che riunisce la famiglia è il suicidio del padre, sconvolgimento che come si conviene porterà a non pochi confronti all'insegna di una violenza verbale e fisica che fa il paio con la suddetta premessa ma che da lì ha il merito di partire soltanto.
Nel mondo della famiglia Weston-Aiken c'è la forte sensazione di un rimosso e di un attrito tra la generazione dei genitori e quella delle tre figlie, dotate di tre caratteri molto diversi, ben rappresentati dai loro tre fisici, e quindi diversamente adattatesi a questo clima (che non è solo umano ma anche metereologico, dettaglio molto presente nei dialoghi che non si capisce perchè non sia stato reso con più forza da Wells, dov'è l'umido penetrante descritto? Dove il sentirsi soffocare in quelle case di legno?). Barbara, Karen e Ivy sono grandi, una di loro ha una figlia adolescente a sua volta, ma lo stesso vivono una distanza innaturale dalla madre e dalla zia, che invece tra loro sono decisamente più legate.
E' questa la tavola apparecchiata su cui si innesta il film (e il fatto che per apparecchiarla per bene ci voglia circa mezz'ora depone solo che a suo favore) con qualche marito, fidanzato, parente e affine a fare da condimento (e come sono dosati bene Benedict Cumberbatch, Chris Cooper e Ewan McGregor), e sulla quale tutto viene rimescolato a partire dal pranzo immediatamente successivo al funerale, attraverso un concentrato invidiabile di cinismo, devasto morale e abiezione umana. Una cattiveria che è il tratto fondamentale del racconto e ne costituisce il senso ultimo più indelebile.
Paradossalmente non è quindi la famiglia in sè l'oggetto di questo straordinario dramma familiare, quello è semmai il contesto perfetto per imperniare le contraddizioni che fungono da intreccio. Tracy Letts scrive un gruppo di personaggi contaminandoli di quei dubbi e quelle incertezze che solo all'interno di una famiglia possono diventare gravi, clamorosi e scatenare reale interesse, ma lo fa per parlare in realtà di quella generazione di genitori cresciuti durante la depressione (il film è ambientato negli anni '90 e non si ambienta qualcosa solo 20 anni fa senza un motivo molto preciso).
Come se la maniera dura in cui ogni personaggio è guardato, maneggiato e trattato non bastasse, I segreti di Osage County ha il pregio di avere ancora il sapore del sangue in bocca, di far sentire distintamente un livore autentico, una disperazione sincera che parte dai genitori e finisce alle figlie, passando per rivelazioni e agnizioni da tragedia greca. Quella generazione non è solo condannata, è profondamente odiata con una partecipazione che è impossibile ignorare.