I Puffi 2: Il prigioniero della pietra verde, la recensione

I Puffi 2: Il prigioniero della pietra verde è un ottimo action adventure per i più giovani, con alcune idee veramente efficaci

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Se a otto anni nella mia PlayStation ci fosse stato un gioco come I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde, da amante delle creature blu di Peyo sarei impazzito. In senso positivo, ovviamente.
Esattamente come accadde due anni fa, OSome Studio rende giustizia ai Puffi con un secondo videogioco divertente e adatto a un pubblico di tutte le età.

In un anno che ha sfoderato una vera e propria valanga di produzioni imperdibili, Microids accontenta anche i fan dei Puffi con un gioco divertente e ben riuscito. Approfittando dei saldi di fine anno (in corso su tutte le piattaforme) colgo finalmente l'occasione per parlarvi anche de I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde.

I Puffi 2: non solo un sequel

Innanzitutto, non lasciatevi spaventare dal numero nel titolo. Come spesso accade, è una cifra puramente ordinaria, non per forza legata agli eventi in-game. E infatti, l'unico collegamento col primo capitolo (del 2021) è il Puffomix di Inventore, un aspiratutto pluri-funzione che, una volta entrato in contatto con la misteriosa Pietra Verde, otterrà delle nuove abilità capaci di stupire anche il suo creatore.

Dalla pietra verde fugge però anche il misterioso Stolas, un'entità capace di dare vita ai cristalli che, furibondo con Gargamella, decide di mettere a soqquadro l'intera foresta. Ai Puffi non resta che allearsi con il nemico di sempre per trovare un modo di fermare Stolas e riportare la pace.

La squadra si rinnova, e rispetto al primo capitolo mantiene solamente Quattrocchi. Al suo fianco ovviamente Inventore, che decide di scendere in campo con la sua "nuova" macchina, la puffetta Tempesta e il non troppo sveglio Maldestro. Durante le circa dieci ore necessarie a raggiungerei titoli di coda, i quattro scopriranno che forse Stolas potrebbe non avere poi così torto.

La trama de I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde non si discosta molto dalle storie classiche di Peyo, né dalle più moderne serie del 2021. Anzi, è un ottimo punto di incontro tra le due, e il racconto scorre piacevole pur senza mai lasciare a bocca aperta.

Quattro puffi, quattro armi, tre biomi

Come già detto, I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde è un platform adventure vecchio stile. Dovremo infatti seguire una serie di percorsi che ci porteranno ad arene più o meno grandi in cui affrontare orde di creature di cristallo. Mi sono stupito della varietà di nemici proposti da OSome Studio e di come è stata studiata la boss battle di Stolas (sebbene sia sempre la stessa ripetuta per quattro volte). Durante l'avventura, potrete raccogliere frammenti di cristalli con cui potenziare il Puffomix, oltre che le sostanze che garantiranno abilità diverse all'arma.

La Sostanza Appiccicaccia è miele, quindi incolla i nemici al terreno e fa precipitare gli avversari volanti, oppure blocca gli oggetti in movimento per permetterci di proseguire. Le sostanze Urtatutto e Acchiappona hanno scopi opposti, una per collegare e l’altra per respingere. Il Puffomix può essere utilizzato con tutte tre le sostanze (una per volta) assorbendole dai frutti sparsi per i percorsi, ma dovremo stare attenti a non surriscaldare il fucile, o perderemo l'abilità.

Ognuno dei quattro puffi ha poi tre abilità uniche, potenziabili con un altro tipo di gemma, che li rende anche diversi tra loro. Tempesta ha a disposizione un arco speciale, Quatrocchi una fiala esplosiva, Inventore potenzia temporaneamente il Puffomix e infine Maldestro ha una carota che attirerà tutti i mostri distraendoli. La difficoltà del gioco è medio bassa, per renderlo adatto anche, e soprattutto, ai giocatori più giovani. È possibile però aumentare leggermente la difficoltà (rendendo i nemici più coriacei) o affrontare le sfide opzionali cercando di prendere la valutazione più alta.

L'avventura si divide in tre grandi sezioni (divisi in altrettante zone) che richiamano le atmosfere del cartone animato. Dalla foresta alle montagne innevate, passando per terme e un vulcano all'apparenza inattivo, I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde è purtroppo ancorato almeno a una generazione precedente. D'altronde si tratta pur sempre di un titolo multipiattaforma e cross generazionale. Una volta terminata l'avventura potrete tornare in qualsiasi zona precedentemente esplorata per raccogliere i cristalli o trovare le sfide mancanti.

Puffa tu che Puffo io

Purtroppo anche questa volta l'italiano è presente solo nei testi, mentre il doppiaggio è in inglese. Segnalo che, in alcuni momenti, i monologhi dei puffi protagonisti non sono stati sottotitolati. Questo accade, per esempio, quando sarete vicino a un portale sfida, costringendoci a fare affidamento solo sull'udito. Modesta invece la colonna sonora, senza guizzi ma anche senza infamia, capace di scorrere senza far danni come un fiume nella foresta.

Ottima infine anche la modalità cooperativa, anche se purtroppo presente solo in locale. Potrete affrontare l'intera avventura de I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde al fianco di un amico, di un parente più piccolo o di chi preferite.

I Puffi 2: il prigioniero della pietra verde mi ha piacevolmente sorpreso. I ragazzi di OSome Studio stanno cercando di dare nuova linfa vitale alle creature blu di Peyo, e per ora ci sono riusciti. Un platform adventure vecchio stampo, capace di colpire nel cuore i nostalgici dell'era PlayStation 2. Al contempo, però, ci troviamo di fronte a qualcosa di perfettamente adatto a un pubblico più giovane. Potrebbe anche essere l'ideale per queste vacanze di fine anno, prima di venire travolti nuovamente dalle uscite più grandi.

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