I Muppet, la recensione

Imprevedibile e inspiegabile, torna al cinema il mondo dei Muppet in un film colmo di riferimenti al passato e, nel contempo, molto divertente...

Critico e giornalista cinematografico


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Di demenziale in demenziale.

E' James Bobin, già regista e sceneggiatore di Flight of the conchords e prima ancora di Da Ali G Show, il prescelto per questo ritorno alcinema (che sapeva molto di ripescaggio) del brand dei Muppet. Segno principale di una tendenza a cui tutto il film è felicemente sottomessa, ovvero un casting e una composizione della troupe particolarmente azzeccata che rendono una pellicola altrimenti insulsa qualcosa di digeribilissimo.

Totalmente slegato da qualsiasi cosa (serie televisive, altri film...) eppure totalmente dipendente da queste per la sua messa in scena (infiniti sono i riferimenti ad altre apparizioni televisivo-cinematografiche che sostengono la trama),I Muppetè sia insensato che godibile. Dall'idea priva di basi di fare un film su un fenomeno e dei personaggi fuori da questo tempo e fortemente dipendenti dalla propria storia (se parli dei Muppet non puoi far finta che siano nati oggi), nasce un film non nostalgico, totalmente metacinematografico e insperatamente divertente nel modo in cui gioca con aspettative e stereotipi.

Con Jason Segel ed Amy Adams nei ruoli principali e una valanga di partecipazioni illustri (su cui spicca Jack Black), il film dei Muppet è orchestrato come un musical della nuova era (in particolare come The Blues Brothers) in cui i protagonisti cercano di mettere in scena uno spettacolo per racimolare i soldi che gli servono per salvare i loro studios. Lo spettacolo chiaramente prevederà tutte gag nel vecchio e classico stile di The Muppet Show.

Molto di più non c'è, se non un losco uomo d'affari, interpretato dall'immancabile Chris Cooper, intenzionato a prendere possesso di quelli che furono i Muppet Studios in caso di mancato raggiungimento della cifra (perchè ha scoperto che sotto c'è il petrolio). Come al solito i Muppet ironicamente celebrano se stessi, ingrandiscono il proprio mito per scherzo e mettono sotto i riflettori i propri luoghi comuni, il che significa che è difficile apprezzare in pieno il film se non si ha già una conoscenza di base dei caratteri e delle relazioni tra personaggi. Cosa che rende ancor più strana questa pellicola e l'operazione commerciale che la sottende...

 
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