I mercen4ri - Expendables, la recensione
Arrivato al quarto film I mercn4ri ha perso molto dello spirito originario e sembra non riuscire a trovare un'altra ragion d'essere
La recensione di I mercen4ri - Expendables, il quarto film della serie I mercenari, in uscita in sala il 21 settembre
Questa volta c’è Scott Waugh in cima al progetto, regista che non aveva per niente impressionato con Act Of Valor e Need For Speed, e che qui prosegue con coerenza nel suo stile derivativo e privo di forza espressiva. A scrivere c'è invece un team che complessivamente ha in curriculum Point Break (il remake), Atto di forza (il remake) e il brutto Giustizia privata. Sono tutti punti di riferimento che torneranno nel film, cioè tutti film le cui caratteristiche sì ritrovano qui, a partire da una forte vena di commedia, particolarmente pronunciata all’inizio, che coinvolge i due personaggi principali (Stallone e Statham) in una serie di duetti con botte o senza, intenti a scambiarsi frasi che dovrebbero essere sapide come in Tango e Cash.
Se a tutto ciò si aggiunge la fastidiosa tendenza della sceneggiatura a voler giustificare sempre ogni scelta dei personaggi, facendo spiegare a qualcuno perché si sia optato per una cosa e non per un’altra, perché qualcun altro si è comportato in una certa maniera, di fatto suggerendo allo spettatore cosa debba pensare, è chiaro che il film è troppo appesantito per poi reggere un’azione fasulla. Giusto Iko Uwais e soprattutto Tony Jaa, nonostante le loro arti marziali siano ingiustamente molto montate, riescono ad animare le proprie scene e ricordare un po’ cosa sia la vera azione.
Anche Jason Statham (che quanto a performance ha delle carte da giocarsi) quando è in scena con loro funziona di più. E non sembra un caso che proprio le loro parti siano le migliori, visto come sono gli unici che interpretano il genere in una chiave tecnica e moderna.
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