I Medici - Lorenzo il Magnifico 2x05 e 2x06: la recensione

Il quinto e sesto episodio di I Medici - Lorenzo il Magnifico sono fiaccati da una scrittura incoerente e superficiale, solo parzialmente riscattata da ottime interpretazioni

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Non c'è pace tra gli ulivi, tantomeno se si trovano nel giardino della famiglia Medici: il quinto e sesto episodio di I Medici - Lorenzo il Magnifico ci mostra, infatti, le premesse della grande tragedia che di lì a poco colpirà la dinastia di banchieri fiorentini. La tregua con i Pazzi è durata ben poco: il capofamiglia Jacopo (Sean Bean), incapace di accettare l'alleanza stipulata dapprima attraverso il matrimonio tra Bianca (Aurora Ruffino) e Guglielmo (Charlie Vickers) e, in seguito, con il battesimo del figlio di Lorenzo (Daniel Sharman) cui Francesco (Matteo Martari) fa da padrino, tenta in tutti i modi di minare la fiducia tra quest'ultimo e il suo amico d'infanzia.

I piani spietati di Jacopo trovano come veicolo la moglie di Francesco, Novella (Francesca del Fa), ingiustamente accusata di essere una sorta di "spia" dei Medici, arrivata a irretire il giovane Pazzi al solo scopo di poter conoscere e trasmettere agli avversari i segreti del banco di famiglia. Se, sulla carta, la sinossi di questi due capitoli della seconda stagione di I Medici potrebbe sembrare avvincente, l'efficacia drammaturgica è tristemente fiaccata da una scrittura superficiale e incoerente: basti pensare al monito di Francesco a Novella sulla natura manipolatrice dello zio Jacopo, di cui però egli stesso cade preda in men che non si dica. Quel che si dice predicare bene e razzolare male.

Se lo scopo degli autori di I Medici era di mostrarci un Francesco tanto instabile da risultare per lo più cretino, il bersaglio è stato centrato; tutto però fa supporre che gli intenti fossero diversi, a partire dall'ottima interpretazione data da Martari, purtroppo appiattita da un copione sciatto e macchinoso. Finalmente si dà da fare Giuliano de' Medici (Bradley James) che, dopo la fine dell'amicizia tra Lorenzo e Francesco, riprende il suo posto accanto al fratello maggiore per tentare di appianare le molte tensioni politiche che coinvolgono Papa Sisto IV (Raoul Bova), il duca di Milano Galeazzo Sforza (Tam Mutu), nonché la nobiltà fiorentina e veneziana.

Forse l'aspetto più meritevole di questo terzo appuntamento con la serie anglo-italiana è di mostrare, in via definitiva, come l'interesse primario di Lorenzo de' Medici fosse garantire a tutti i costi una pace stabile alla propria città, benché la natura fondamentalmente manichea dello script tenda a esentarlo da qualsivoglia ombra di ambiguità. In tal senso, il granitico - attorialmente parlando - Cosimo di Richard Madden nella prima stagione aveva dimostrato un carattere ricco di zone oscure; il Lorenzo di Sharman incarna invece il concetto di principe illuminato, che sbaglia in buona fede ed è pronto a chinare il capo quando occorre, immune dall'ottusità dell'orgoglio ma saldamente ancorato al valore della famiglia, tanto da chiudere definitivamente i rapporti - pur politicamente utili - con Lucrezia (Alessandra Mastronardi) per non tradire la moglie Clarice (Synnøve Karlsen).

Sebbene lo script ci consenta di seguire in modo piuttosto chiaro i voltafaccia e gli interessi economici delle rispettive potenze, spesso il tutto sembra ridursi a un'elencazione nozionistica piuttosto che a una vivida drammatizzazione dei fatti storici narrati: il più delle volte il risultato, ahinoi, è di poco più appassionante della lettura di un sussidiario. I momenti di maggior pathos, anch'essi resi molto sbrigativamente, sono concentrati nella tragica vicenda sentimentale di Giuliano e Simonetta Vespucci (Matilda Lutz), consumata dalla malattia e dalle angherie del motivatamente geloso marito Marco (Alessio Vassallo), dapprima infuriato contro l'innocente Sandro Botticelli (Sebastian de Souza) e poi, illuminato da una provvidenziale soffiata, contro il minore dei fratelli Medici.

Sul pianto disperato di Giuliano tra le braccia di Lorenzo, incapace di consolare il giovane della perdita dell'amata, si chiude un capitolo che ci ha regalato più perplessità che emozioni, seppur supportato da performance attoriali di ottimo livello; nulla che basti, però, ad assolvere I Medici da un peccato, quello della superficialità, che sembra impossibile lavar via e che raggiunge, in questi due episodi, il proprio acme negativo. La speranza è che l'epilogo, complice il climax di violenza che culminerà nella congiura più nota del Rinascimento italiano, possa far dimenticare al pubblico le troppe pecche collezionate da questa seconda stagione.

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