I Medici - Lorenzo il Magnifico 2x03 e 2x04: la recensione

Il terzo e quarto episodio di I Medici si muovono tra la melensa banalità dell'amore tra Bianca e Guglielmo e la tormentata rivalità tra Lorenzo e Francesco

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È spaccato in due il secondo appuntamento di quest'anno con I Medici - Lorenzo il Magnifico: nel terzo episodio della serie, il focus sembra essere infatti il travagliato amore tra Bianca de' Medici (Aurora Ruffino) e Guglielmo de' Pazzi (Charlie Vickers), che pianificano una vera e propria fuitina per imporre il matrimonio riparatore altrimenti osteggiato da entrambe le famiglie. Ancora una volta si ha l'impressione che I Medici pieghi la realtà storica (le nozze tra Bianca e Guglielmo furono concordate proprio al fine di risolvere antiche tensioni tra Medici e Pazzi) senza però fare un uso convincente dell'assoluta libertà creativa rivendicata attraverso tali licenze.

Il sentimento che prevale nello spettatore è la speranza che, celebrato il matrimonio tra i due giovani, la serie possa dar spazio a eventi di maggiore importanza drammatica, aprendo il campo a una scrittura meno affrettata e a un approfondimento psicologico che non oscilli tra uno Shakespeare da Bignami e Tre metri sopra il cielo. Perché sì, quando ci si mette d'impegno, I Medici ha qualcosa di buono da dare al suo pubblico: tutto ciò che concerne le dinamiche di potere, che valicano i confini di Firenze per toccare Roma, Milano, Volterra e persino Venezia, risulta più accattivante di qualsiasi usurato cliché sentimentale.

Resta irrisolto, è vero, il triangolo amoroso tra Lorenzo, la moglie Clarice Orsini (Synnøve Karlsen) e l'amante Lucrezia Donati (Alessandra Mastronardi), ma trattandosi di un prodotto che reca ben chiare le insegne di Rai Fiction ogni scintilla d'originalità nel trattare la questione viene spenta sul nascere. A garantire interesse alla vicenda è soprattutto la performance di Karlsen, che divora letteralmente la nostra Mastronardi in termini di espressività e verosimiglianza sentimentale; il rapporto tra la giovane sposa e il distratto marito ricalca in parte quanto visto nella prima stagione con Contessina (Annabel Scholey) e Cosimo (Richard Madden), ma confidiamo che i prossimi episodi sollevino la love story di Clarice e Lorenzo dal rischio di un pigro ricalco.

Altro triangolo storicamente plausibile cui viene concesso giustamente spazio è quello tra Giuliano de' Medici (Bradley James), Simonetta Vespucci (Matilda Lutz) e quel Sandro Botticelli (Sebastian de Souza) che farà assurgere la splendida fanciulla a sua musa ispiratrice; proprio questo ruolo è ricordato in una scena in cui il pittore fa posare Simonetta e Giuliano nei panni di Venere e Marte (il quadro in questione fu in realtà dipinto diversi anni dopo, quando entrambi gli amanti erano ormai deceduti). Nella contrapposizione tra il focoso scavezzacollo Giuliano e il delicato intellettuale Sandro intravediamo le possibili declinazioni dell'amore di Simonetta, che probabilmente verranno esplorate nel prosieguo della serie.

Ma non è agli amori dei rampolli medicei che si deve il punto d'interesse maggiore finora della serie: il quarto episodio, Il Prezzo del Sangue, tratteggia un efficace ritratto di Francesco de' Pazzi (Matteo Martari), aizzato dal carismatico zio Jacopo (Sean Bean) contro l'amico d'infanzia Lorenzo e, più tardi, contro il proprio stesso fratello, colpevole d'essersi unito in matrimonio con una Medici. La performance di Martari, inizialmente orientata a definire Francesco come parte del corpus di villain della stagione, trova in questa puntata tempo e modo per fiorire, concedendo al personaggio una tridimensionalità che scardina le convinzioni dello spettatore. Chi conosca la storia può facilmente prevedere l'evoluzione del rapporto tra Francesco e Lorenzo; tuttavia, per una volta, I Medici sembra usare a proprio favore l'arte del romanzare, delineando i contorni di una rivalità sorta sulle macerie di un'amicizia prematuramente stroncata.

Giunti esattamente a metà del corso di stagione, ci è più chiara la ragion d'essere di I Medici - Lorenzo il Magnifico: lungi dal voler solleticare le voglie storiografiche del pubblico colto più attaccato alla filologia, tenta di modellare la grande Storia come argilla su rassicuranti archetipi televisivi ben noti, a uso e consumo dello spettatore italico medio. A metà tra Game of ThronesUna Grande Famiglia, lì si colloca - per ora - questa seconda stagione di un esperimento la cui riuscita è ancora appesa a un filo.

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