I Medici - Lorenzo il Magnifico 2x01 e 2x02: la recensione

Le prime due puntate di I Medici - Lorenzo il Magnifico correggono qualche difetto della prima stagione senza però convincere del tutto

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A due anni dalla prima stagione, I Medici - frutto della collaborazione tra Rai Fiction e Wild Bunch - torna sul piccolo schermo con una storia forse più familiare al pubblico di quanto non lo fosse quella di Cosimo il Vecchio: vediamo qui infatti l'ascesa al potere di Lorenzo il Magnifico (interpretato da Daniel Sharman), colui che garantì a Firenze un lungo periodo di pace facendo rifiorire le casse del banco di famiglia, debilitato dalla gestione del padre Piero.

Rispetto alla prima, fiacca stagione, I Medici - Lorenzo il Magnifico sembra aver imparato qualcosa in termini di ritmo, privilegiando - almeno in questi primi due episodi - l'intrigo politico rispetto alla melliflua banalità dei suoi intrecci amorosi. Chi si aspetti un'impeccabile ricostruzione storica e assoluta aderenza ai fatti reali deve prepararsi a numerose, cocenti delusioni; come già fatto nel primo arco di episodi, anche stavolta la serie preferisce romanzare ampiamente le vicende della famiglia Medici piuttosto che riportarla in modo filologico.

Il che, diciamocelo, è una scelta di per sé non condannabile; tuttavia, la libertà assoluta va ben gestita, e discostarsi dagli eventi documentati può aver motivo d'essere qualora porti a una drammatizzazione più efficace e incisiva. Per adesso, non sembra che le scelte fatte in termini di licenze storiche abbiano garantito un pathos significativo a queste due puntate: poco o nulla c'interessa, per esempio, del tormentato - nella serie, non nella Storia - amore di Bianca de' Medici (Aurora Ruffino) e Guglielmo de' Pazzi (Charlie Vickers), novelli Giulietta e Romeo non supportati, ahinoi, dalla brillante penna di uno Shakespeare.

Come già fatto con Brunelleschi, I Medici riserva nella sua seconda annata un trattamento poco lusinghiero a giganti come Angelo Poliziano (Jack Bannon) e Sandro Botticelli (Sebastian de Souza), riducendoli a piatte parodie intente a snocciolare aforismi, ben lungi dal narrarne i complessi processi creativi. In particolare Botticelli sembra, finora, una grande occasione mancata in termini di scrittura, infilato quasi a forza in situazioni drammatiche (su tutte il mancato assedio di Firenze da parte di Galeazzo Sforza) cui appare del tutto estraneo.

Allo svogliatissimo Cosimo di Richard Madden si sostituisce il ben più espressivo Lorenzo di Sharman; sebbene l'attore britannico dimostri un entusiasmo maggiore rispetto al suo predecessore nell'approcciarsi al proprio ruolo, tanto lui quanto l'iracondo Giuliano del compatriota Bradley James risultano poco credibili in termini di look, e l'impressione è che siano usciti da un negozio alla moda di Brick Lane piuttosto che da un vicolo coperto di sterco della Firenze quattrocentesca.

Neppure il reparto scenografia, in passato fiore all'occhiello delle produzione nostrane, è esente da pecche, e basterebbe citare la presenza di edifici tardo cinquecenteschi che fanno capolino dal balcone su cui Lorenzo chiede la mano della pia Clarice (interpretata con notevole sensibilità dalla britannica Synnøve Karlsen), nonché un inverosimile vicinanza topografica tra il Pantheon e il Colosseo, come in un fotomontaggio a uso e consumo di turisti poco informati.

È questo, per ora, l'effetto che I Medici - Lorenzo il Magnifico riserva ai suoi spettatori più esigenti: un pastiche che cerca di mettere insieme suggestioni alla Game of Thrones ammantate del fascino della rievocazione storica. Duole constatare come, seppur con i citati miglioramenti in materia di intrighi politici, la serie manchi per ora il bersaglio, mantenendosi lontana da esempi ben più riusciti di rilettura della Storia come il recente Gunpowder che, seppur concedendosi svariate licenze storiche, riusciva a immergere lo spettatore in un contesto di estrema verosimiglianza e di indubbia potenza emotiva.

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