I.L - La ragazza dai mille volti, la recensione

Abbiamo recensito per voi I.L - La ragazza dai mille volti, opera del maestro Osamu Tezuka

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

I.L - La ragazza dai mille volti, anteprima 01

A luglio dell'anno scorso, J-POP annunciava la collaborazione con Hazard Edizioni e l'ambizioso progetto di portare in Italia la collana più ampia mai dedicata a Osamu Tezuka (3 novembre 1928 – 9 febbraio 1989). Il progetto ha preso forma con la Osamushi Collection – attualmente a catalogo con una decina di titoli - che ha debuttato lo scorso ottobre in fumetteria e libreria di varia con I.L - La ragazza dai mille volti (Airu).

È stato un esordio con i fiocchi, poiché l'opera in questione era fino a quel momento rimasta inedita nel nostro Paese, serializzata originariamente in patria sulle pagine della rivista Big Comic tra l’agosto del 1969 e il marzo del 1970 e raccolta in seguito da Shogakukan in un unico tankobon.

Si tratta di un lavoro appartenente al periodo di piena maturità del Dio dei Manga, etichettato come seinen, non tanto per le blande scene di sesso e di violenza ma in quanto un pubblico maturo è certamente meglio predisposto a comprendere e apprezzare le riflessioni dell'autore, le quali investono ogni ambito della società dell'epoca e dimostrano ancora oggi una modernità sorprendente. Lo stesso si può dire per la struttura narrativa della storia e della fluidità della connessione sequenziale delle vignette, che trascendono la tavola per assumere quasi la continuità di un filmato nella mente del lettore.

Il personaggio principale è una vampira che entrando e uscendo dal proprio baule (in sostanza una bara) è in grado di assumere le sembianze e la voce di qualunque persona. Questa "Mystica ante litteram" viene offerta in dono dal Conte Alucard (lapalissiano anagramma di Dracula) a un famoso regista, Daisaku Imari, caduto improvvisamente in disgrazia. Vuole essere un regalo del misterioso benefattore per risvegliare la creatività del cineasta in nome della fantasia, che è stata bandita per sempre da questo mondo dopo che la sua dimora ideale, la luna, è stata ridotta a un'insignificante realtà dalla celeberrima missione spaziale americana.

Daisaku decide di utilizzare l'avvenente ragazza per assecondare le richieste provenienti da ogni angolo della Terra, avanzate da facoltosi e potenti uomini che richiedono l'intervento della donna per le necessità e i capricci più disparati. Per Tezuka è un pretesto per affrontare temi talvolta scottanti senza il timore di ostentare una posizione netta e impegnata: le ingerenze nella vita politica ed economica di paesi più deboli esercitata dal Giappone; la corruzione strisciante; la violenza dei militari americani perpetrata sulla popolazione locale durante la guerra in Vietnam; la soppressione della libertà di pensiero e di opinione praticata dagli stati membri dell'allora Blocco Sovietico.

A queste denunce si alternano esempi che testimoniano l'interesse del maestro per i sentimenti e le pulsioni più nobili o abbiette del nostro animo: dalla brama di ricchezza alla gelosia, dall'odio cieco all'amore incondizionato. Nei racconti c'è spazio anche per la follia umana, colta attraverso le sue varie sfumature e talvolta mediata da un momento divertente o da una scena osé. Lungo la storia, suddivisa in capitoli autoconclusivi, assistiamo a un'evoluzione della protagonista che assume sempre maggior rilievo e carattere, fino a divenire una figura di spessore e carismatica, attraente anche per il suo padrone, che non le aveva mai dato attenzioni se non per interesse dettato da secondi fini.

I.L - La ragazza dai mille volti, seppur non venga nominata spesso parlando dell'immensa produzione di Tezuka, è un'opera monumentale, un classico irrinunciabile per concezione e realizzazione, capace di sfiorare ogni genere letterario e contenerli tutti: archetipo di infinite declinazioni e fucina di incommensurabili influenze che avremmo visto fiorire in seguito nelle più diverse scuole e interpretazioni della Nona Arte.

Continua a leggere su BadTaste