I Know This Much is True: la recensione
La miniserie HBO I Know This Much is True fonde lo stile di Derek Cianfrance ad una preziosa doppia interpretazione di Mark Ruffalo
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C'è una grande lezione di interpretazione in I Know This Much is True, anzi forse più di una, e non solo perché Mark Ruffalo qui ha due ruoli. In questo senso la miniserie della HBO molto spesso si rispecchia nella bravura conclamata – non la scopriamo certo oggi – del suo protagonista, e diventa vetrina per il suo talento. Ruffalo ha un'intensità tutta sua nel dar vita alle sfumature dei gemelli protagonisti della storia, un'inquietudine profonda che gli chiede tutto e a cui lui dà tutto se stesso. È lui a trarre il meglio dalla miniserie basata sul romanzo omonimo, scritta e diretta da Derek Cianfrance.
Per chi conosce il cinema di Derek Cianfrance, si tratta di una nuova vicenda elaborata nel solco di un malessere storico, qualcosa di radicato e potente che va oltre i percorsi dei personaggi. C'è senza dubbio qualcosa di biblico del rapporto tra due fratelli, con uno chiamato ad essere il guardiano dell'altro. Dominik si identifica nella protezione e difesa del fratello, perché lo ama, ma anche perché si assume così la penitenza per essere il gemello graziato dal destino e dalla genetica. C'è quindi un senso di colpa profondamente radicato, forse una colpa storica da espiare che assume diverse sfumature, ora personali, ora simboliche, ora sociali.
Tanto in superficie quanto in profondità, I Know This Much is True elabora la sua storia con un certo metodo. E nel farlo attrae quante più tematiche e spunti possibili. Si tratta di una scelta coraggiosa che eleva la serie oltre il semplice racconto drammatico, ma che aggrava ulteriormente la visione e rischia di non essere sviluppata del tutto. Come in una sorta di personale "pastorale americana", la miniserie costruisce tutto un retroscena storico per la vicenda, che diventa riflesso per raccontare radici familiari, problematiche sociali, ricorsi storici. Nei suoi momenti migliori, la sensibilità del racconto riesce a filtrare grazie alle interpretazioni e ad un realismo quasi fastidioso, mentre in altri momenti il dramma raggiunge vette quasi insostenibili.