I giorni che scompaiono, la recensione
Abbiamo recensito per voi I giorni che scompaiono, opera di Timothé Le Boucher edita da BAO Publishing
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Dopo aver battuto la testa a seguito di una brutta caduta, l'acrobata francese Lubin si rende conto di essere vittima di un fenomeno inquietante. Una mattina si sveglia e capisce di aver perso la giornata precedente, nella quale non si è presentato al lavoro e nessuno dei suoi amici lo ha visto. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, e il giovane comincia a vivere “a intermittenza”; questo gli provoca inevitabilmente degli inconvenienti ed è fonte di equivoci con le altre persone, a cui non può rivelare la sua condizione.
La terza graphic novel di Timothé Le Boucher - la prima ad arrivare nel nostro Paese, grazie a BAO Publishing - è un'inquietante storia nella quale il lettore deve fare i conti con l'inevitabile scorrere del tempo e con il valore che ogni giornata assume quando non è più qualcosa da dare per scontato. Quello alla base del fumetto sembra inizialmente uno spunto fantastico, una distopia disturbante degna di un episodio di Black Mirror, ma procedendo nella lettura la crisi del protagonista assume contorni sempre più realistici.
I personaggi e i luoghi sono disegnati in modo semplice ma efficace, con una colorazione che in alcuni casi riesce a infondere profondità e atmosfera alle singole scene più di quanto non faccia l'espressività dei volti.
I giorni che scompaiono è senza dubbio una lettura potente, in grado di metterci di fronte alla fugacità della vita e di ricordarci in modo originale che non dobbiamo dare per scontato il bene più prezioso che abbiamo.